Inserendosi in un filone di letture variamente critiche, Michela Marzano affronta un tema di lunga durata come quella della reificazione di genere, della “donna oggetto”.
Carlo Sini si occupa in questa lezione del rapporto tra nomi e cose, ripercorrendo il passaggio dal sapere mitico, in cui nomi e cose si co-appartengono, alla scrittura alfabetica fondata sul carattere artificiale del linguaggio.
In questa lezione viene indagato il modo in cui gli oggetti falliscono sempre alla prova del desiderio, essendo incapaci di colmarne la mancanza costitutiva.
La materializzazione dell’universo primordiale, spiegabile con l’azione del “meccanismo di Higgs”, è argomento del dibattito tra Andrei Linde e Antonio Masiero, impegnati a metterne in rilievo i rapporti con il principio antropico.
Fabrizio Desideri fornisce in questa lezione un’interpretazione innovativa sul piano filologico e tematico dell’Opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin.
Ad uno dei più classici “oggetti” del pensiero filosofico, ossia l’idea di verità, è dedicata la lezione di Umberto Curi, che ne delinea la genealogia.
Tra le opere classiche nelle quali si è articolata la questione dei rapporti tra produzione ed economia, Mario Vegetti si sofferma su una peculiare analogia tra anatomia e scrittura nel pensiero greco.