Dagli orrori della Libia fino alle crisi umanitarie nell'Isola di Lesbo e alla frontiera tra Polonia e Bielorussia. L'Europa che chiude porti e frontiere non è solo uno slogan, ma una complessa rete in cui sono ravvisabili, a più livelli, indifferenza, complicità e crudeltà. I confini diventano territori da "difendere", respingimenti e dispiegamenti di forze sono fatti in nome della "protezione". Lentamente cambia il linguaggio, intanto che la salvaguardia dei diritti umani lascia il posto alla disumanità. C'è ancora possibilità di invertire la rotta? Tra ...
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