Tra i nomi assegnati dalla cultura alla gloria quale motore dei destini individuali e collettivi, spicca la “vanagloria”, di cui Umberto Galimberti traccia da una parte il carattere relazionale, connesso col tema del riconoscimento, mettendone in risalto dall’altra la radice riflessiva nella stima di sé.
Eugenio Coccia e Alba Formicola, in un dibattito moderato da Elisabetta Tola e in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, discutono di come raggi cosmici e particelle di materia oscura siano messaggeri degli eventi più luminosi che avvengono nell’universo.
In contrasto con i modelli correnti della celebrità, Jean-Luc Nancy mostra che l’adorazione non costituisce la venerazione feticistica e consumistica degli idoli del momento, ma si esprime nella gioiosa accoglienza del fortuito di cui sono intessuti il mondo e l’esistenza.
Lo scenario filosofico, tratteggiato in questa lezione, è dominato dalla permanenza di un dispositivo teologico-politico, riproposto anche dall’attuale primato dell’economia, che determina un rapporto tra autorità e potere di cui è tuttavia possibile pensare un superamento.
Questa lezione, in un’analisi della Fenomenologia dello spirito di Hegel, discute la questione del riconoscimento, di cui quest’opera costituisce il punto di partenza teorico.
Nel discorso sull’onore, indicatore della sua trasformazione è il concetto di rispetto. Roberta De Monticelli sottolinea come esso valga quale principio di attenzione verso tutte le persone, dunque come riabilitazione della dignità, senza diseguaglianze morali e gerarchiche.