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NO CAP no al caporalato di Giandomenico Curi

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Finalmente abbiamo chiuso questo film sul caporalato, per la cui realizzazione devo ringraziare molte persone. Prima di tutti, Marco Omizzolo, ricercatore e sociologo dell’emigrazione, che, tra l’altro, ha scelto di sperimentare sulla sua pelle la violenza e lo sfruttamento che il caporale impone al bracciante di turno, il più delle volte straniero e nero. Grazie poi Ugo Adilardi e a Tommaso D’Elia per le riprese. Grazie a Mario Gianni che si è occupato di un primo montaggio del film, e a Paolo Paci che l’ha portato a termine.
Un tentativo, attraverso i materiali di repertorio che abbiamo raccolto, di analizzare il problema del caporalato in tutta la sua
complessa articolazione: i caporali e i loro padroni, le agromafie, le vittime (uomini e donne) in gran parte stranieri, la complessa filiera in cui si articola, soprattutto lo sfruttamento feroce che spesso sconfina con la riduzione a schiavitù. Il film vuole anche essere un omaggio al sindacalismo nero e di strada, coraggioso e pericoloso fino al rischio della vita. Personaggi straordinari come Jerry Masslo, ammazzato dalla camorra nel 1989 a Villa Literno; come Yvan Sagnet, organizzatore dei primi scioperi contro il caporalato a Nardò; come Jean-René Bilongo e altri più o meno importanti. Una
tradizione senza precedenti del nostro sindacato che fascisti e padroni hanno cercato di infangare e mettere a tacere, prendendo malamente (e inutilmente) a pretesto il caso di Aboubakar Soumahoro.

5 commenti


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29 Maggio 2023
00:55

Mai come ora raccontare quest'Italia è di cruciale importanza, grazie Giandomenico Curi, non smettere mai di farlo

Cristina guarinelli

29 Maggio 2023
00:25

Grazie, cercate di vincere dei premi in molti festival e fatevi invitare da Nannini e da Formigli. Fatevi notare insomma. Grazie comunque

Art Fleury

28 Maggio 2023
07:27

Bravo Giandomenico, meriterebbe la messa in onda in un canale pubblico nazionale.

mario

27 Maggio 2023
16:39

Bella e forte testimonianza di storie che molti conoscono ma che preferiscono ignorare, senza pensare come dice quel bracciante che dietro ogni confezione di pomodori c'è una storia di sfruttamento e di dolore

Annalisa Zanuttini

26 Maggio 2023
13:19

Grazie a Marco Omizzolo che ci fa ragionare sullo sfruttamento e la schiavitù di tanti braccianti. Oggi per il suo lavoro nell'agro pontino, località agricola del Lazio, in particolare con la comunità indiana sikh vive sotto scorta...un uomo coraggioso. Grazie a Giandomenico Curi per il suo impegno come filmeker e al collettivo Opponiamoci

tom