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Il valore di una caramella

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Da Biach' a Trieste lungo il cammino degli indesiderati

"Ho trovato in tasca questa caramella me l’ha regalata un ragazzo incontrato sul confine della fortezza Europa tra la Bosnia e la Croazia, era sfinito, brutalmente respinto dalla polizia con i suoi compagni di strada. Li abbiamo aiutati come potevamo e lui ci ha regalato delle caramelle…"

Uno degli insormontabili confini della fortezza Europa, per molti, troppi esseri umani, è in Bosnia lungo la frontiera con la Croazia. Ascoltando le storie di chi tenta il “game” (il tentativo di superarlo) ci si sente a disagio anche solo per avere avuto la fortuna di essere nati dalla parte giusta . Ma tra queste scoraggianti riflessioni, emergono ricordi di gesti e momenti magici, spontanei, semplicissimi, umani, raccolti lungo il viaggio.

Regia Elena Bedei
riprese e montaggio - Elena Bedei
postproduzione - Midia Kiasat

FIRMA L'INIZIATIVA: https://citizens-initiative.europa.eu/initiatives/details/2023/000001_en

Visita: www.stopborderviolence.org

10 commenti


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23 Novembre 2022
05:51

Ottimo documentario. Lo farò vedere nella comunità di minori che coordino, in cui accogliamo anche due "minori stranieri non accompagnati" per un percorso di integrazione e di crescita,oltre minori italiani affidati ai servizi sociali per inadeguatezza genitoriale. La convivenza tra loro non è facile, né poter vivere da cittadini in italia quando si è ai margini per fragilità e condizioni" sfavorevoli". Vite in salita piene di sfide, ostacoli e opportunità, ma sono adesso "meno soli", accompagnati da educatrici fino ai18 anni, e oltre, se lo vogliono . Grazie, silvia dradi

Silvia Dradi

5 Agosto 2022
12:19

Le caramel turc « Torku » du début du film est absolument génial, ce cadeau du petit bonbon montre exactement ce que vivent ces gens , des petits moments de plaisirs dans une lutte atroce. Le film est plein d'espoirs et d'amitiés, les personnes sont touchantes tout comme la fin du film avec les embrassades sur le long des routes avec des musiques et paroles qui prennent au c?"ur. Excellent documentaire plein de finesse.

Francoise Atay

20 Luglio 2022
16:15

Che dire? Vite di oggi, vergognosamente uguali alle vite di ieri. Le molte rotte dei migranti che sembrano schiacciare le storie e le persone. Elena ce le restituisce, con i nomi o senza i nomi, con gli sguardi, con le speranze e i sorrisi. Persone appunto. Brava Elena del resto non avevo dubbi!

vera

17 Luglio 2022
16:42

Tocca nel cuore il problema dei flussi migratori creati da guerre dimenticate. Oggi gli immigranti possono essere visti come un "asset" (bene) oppure come un "liability" (responsabilità). Un asset è un patrimonio quindi: avanti con coloro che possono essere percepiti come tale. Tuttavia se visti come un liability, ovvero un investimento ad alto rischio ... beh comporta una bella responsabilità, che nessuno vuole prendere. Allora: non li si fa entrare!

Silvia Harris

16 Luglio 2022
21:47

Io visto il doc.titolo imprevisto.. che dice. La voce è emotiva e convincente. Interessante il laboratorio culturale che spazia tra migranti giovedì locali popolazione cercando nuove proposte innovative. Le interviste incrociate sollecitate dalle amorose interrogazioni raccontano il concentrato di eranza, fughe, e speranza. Le rotte sono sempre le stesse, respinti, picchiata, alcuni c'è la fanno. Un documentario coraggioso e semplice nella sua verità. La stanchezza e disperazione e presente intrecciata alla speranza. Mostra la credenza dei migranti in fuga, che cercano la naturale collocazione nella vita. Un concentrato di umanità errante, e alla fine qualcuno riesce a passare confini e si sente in salvo. Confine salvifico non esente da prove stressanti. Ma e la speranza che guida, luce necessaria che dà forza. Un documentario forte coraggioso semplice. Brava Elena come sempre...

Imelda Bonato

12 Luglio 2022
16:34

Documento molto toccante. Andrebbe fatto vedere nelle scuole, accompagnato da adeguate spiegazioni. Complimenti a Elena per la delicatezza sia delle immagini che dei commenti

Valeria

2 Luglio 2022
23:00

Un documento importante questo di Elena Bedei , un altro capitolo audiovisivo che si aggiunge alla storia dis-umana del "popolo emigrante" a cui stiamo assistendo da troppo tempo. Una storia che grazie al collettivo Opponiamoci ci viene mostrata da qualche anno con la cruda realta' di cui e' capace la macchina da ripresa. Un documentario "lento" questo perche' lento e' il cammino di questa gente che spesso impiega anni per percorrere poche centinaia di chilometri solo per vedersi respinti da ufficiali di frontiera con pochi scrupoli e zero empatia. Ma anche ci mostra che alcuni ce la faranno e troveranno persone ed organizzazioni pronti ad aiutarli e curare i loro piedi feriti dal tanto camminare. Opponiamoci rende visibile un popolo invisibile.

Paolo paci

22 Giugno 2022
16:44

Accanto a una valutazione fortemente positiva dei contenuti del video, mi interessa formulare un'annotazione che può rivelarsi utile, per accostarsi, anche alle difficoltà di realizzazione di un lavoro di questo tipo. Nel breve testo che appare a chiusura del filmato, Elena Bedei aiuta a capire come sia difficile misurarsi anche con la necessità di non creare problemi proprio alle persone di cui si denunciano condizioni e difficoltà; fornendo identificazioni troppo precise di volti e luoghi delle vicende raccontate. Un non semplice equilibrio da realizzare tra narrazione e denuncia, un'indicazione sul metodo di lavoro che rende ancora più interessante il risultato finale. Un motivo in più per far circolare il video anche nelle scuole. Una nota tecnica: mettendo in pausa il player sul testo in coda al video è possibile leggerlo per intero.

gianfranco

22 Giugno 2022
10:58

Bel documentario che getta una luce inedita sulle vite di emigranti in cammino da paesi lontani ed approdati in una specie di livido limbo in Bosnia. Emozionante.

Marina Tornaghi

20 Giugno 2022
22:08

Testimonianza 'forte' di una storia poco documentata. Brava Elena: impegnata e coraggiosa come sempre

paola morico