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LA STANZA di Lorenzo Mattotti

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La fragilità e la dolcezza del primo amore.
"La stanza fa parte di un periodo del mio lavoro in cui il mio grande amore per il fumetto si stava piano piano allargando verso altri territori. Le convenzioni della narrazione a fumetti mi obbligavano continuamente a un ritmo, a delle strutture, a creare una vera storia con un inizio e una fine, e io avevo bisogno di spaziare.
Il soggetto viene fuori da un mio taccuino orizzontale, dove proprio per la sua forma, ho iniziato a disegnare due ragazzi sdraiati sul letto, che si guardano.
All'inizio il rapporto tra i due ragazzi era abbastanza violento, strano, poi pensando a loro è venuta fuori la memoria di emozioni passate... quel tempo che si ferma quando con la prima ragazza stai nella tua stanza, e c'è quel momento magico dell'esplorazione dell'altro. Le ore passate sul letto a discutere, a guardarsi, a toccarsi, a sentire il profumo del pullover. E si fa finta di litigare, e si scherza, poi ci si addormenta, e ci si bacia. Una stanza in cui il tempo è completamente espanso, completamente.
Ricordo che a quei tempi mi chiedevo se quello era l'innamoramento o no, ma dopo quarant'anni da quando ho iniziato a fare questi disegni, mi è venuto spontaneo dire: "quello era l'amore!".
Per me La stanza è un poema grafico. Raccontare con il disegno un'ora in una stanza di due ragazzi, raccontare quei momenti intimi, è narrazione libera dagli schemi e dalle convenzioni.
Per me La stanza è un poema grafico. Raccontare con il disegno un?ora in una stanza di due ragazzi, raccontare quei momenti intimi, è narrazione libera dagli schemi e dalle convenzioni. È un film documentario lento in cui con occhio distante si percepisce la dolcezza, la tensione, la curiosità, l?essenza della realtà."
Lorenzo Mattotti

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