Ogni anno finiscono nei mari circa 8 milioni di tonnellate di plastica, formando isole di rifiuti come il Pacific Trash Vortex. Cas serra e sostanze tossiche causano il riscaldamento globale e malattie. Discariche, pesticidi e rifuti avvelenano il suolo e le acque. L'estrazione di minerali consuma enormi quantita di energia e distrugge interi ecosistemi. Terre rare, petrolio e acqua diventano motivo di guerre e instabilità politica. La produzione in massa a basso costo avviene spesso a discapito di lavoratori sottopagati in condizioni disumane e addirittura di bambini. Un terzo del cibo prodotto a livello globale viene buttato, mentre milioni di persone soffrono la fame.
L'economia lineare, basata sul modello "estrai, produci, usa e getta", e chiaramente insostenibile. Il tempo della natura non è lineare, ma ciclico: il tramonto cede il passo all'alba, la pioggia ritorna al cielo e la terra si rinnova in ogni stagione. Nulla si perde, nulla davvero finisce, tutto è in trasformazione. Come possiamo passare alla modalita di produrre, usare e restituire? È possibile un'economia che non esaurisce, ma rigenera, un mondo che non spreca, ma rinasce, proprio come la natura fa da sempre?
Cercheremo di trovare risposte a queste ed altre domande nelle giornate di Orvieto Scienza grazie alla generosità dei nostri relatori, che si sono messi a disposizione per discuterne insieme agli studenti e alla cittadinanza.
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