L'urlo ripetuto più volte, ossessivo, rimbombante, tra le mura di cemento armato del bunker sotto la cancelleria: "Fegelein! Portatemi Fegelein!". Negli ultimi giorni del Reich nazista, Adolf Hitler è paranoico: dopo il tradimento di Goering e di Himmler non si fida più di nessuno. Nemmeno del cognato della sua adorata Eva. Le squadre del SD rintracciano Hermann Fegelein in un appartamento a Charlottenburg, l'ex comandante della cavalleria delle Waffen-SS è in abiti civili, con le valigie pronte ed è in compagnia della sua ultima amante. Sta per finire la grottesca esistenza di colui che sognava di guidare la Germania alle Olimpiadi come capitano della squadra equestre e che, alla guida dei reparti a cavallo, aveva compiuto indicibili nefandezze nelle paludi di Prypjat, dove oggi sorge la centrale di Chernobyl.