Da liberatore a tiranno, da uomo di cultura a persona insensibile, da emblema dell'indipendentismo nero a simulacro dei soprusi: la vita di Robert Mugabe è stato un continuo passaggio da nobili concetti a pessime realizzazioni pratiche. Segnato negativamente dalla morte per malaria del primogenito e dal rifiuto del governo razzista di Ian Smith di concedergli di presenziare ai funerali, Mugabe ha trasformato sé stesso rinnegando il pacifismo gandhiano delle origini per divenire un leader spietato. Contro i bianchi ma anche contro le etnie minoritarie nere e i suoi tanti rivali, da Nkomo a Tsvangirai. Tra deliranti teorie economiche, arricchimenti personali, massacri di civili e accuse internazionali, la pericolosa vita di colui che è stato definito "l'ultimo sovrano politico d'Africa".