Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entravano ad Auschwitz rivelando al mondo l'orrore del nazismo. Dopo ottant'anni da quella giornata, la necessità di mantenere accesa la fiammella della memoria è sempre più viva. I tentativi di riscrivere il passato, di negare, minimizzare o addirittura di ripetere oggi quanto avvenuto sono sempre più forti. Tutto ciò è frutto di una memoria artefatta e piegata ad altre contingenze, mentre la sofferenza di chi ha patito e la follia di chi ha operato in quei luoghi dovrebbero restare come monito perenne al genere umano. Il nostro editoriale di oggi è teso proprio a questo: mai perdere la nostra umanità.