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Il cielo sopra Bengasi

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Nel documentario sono contenute interviste esclusive a membri del Governo di Bengasi e ad esponenti delle principali aziende energetiche.

Il lavoro di inchiesta fa emergere in maniera evidente come l’Italia avrebbe l’opportunità di ottenere petrolio e altre fonti energetiche a basso costo dalla Libia, qualora riallacciasse i rapporti con il Governo di Bengasi, risolvendo così buona parte dei problemi derivati dalla crisi energetica.

“Ho acquistato 5 litri di benzina a Bengasi e li ho pagati 15 centesimi di euro. Benzina che però non posso portare in Italia per via di una risoluzione la numero 2362 delle Nazioni Unite” Accade questo nell’est della Libia, a Bengasi – spiega Severgnini – che l’Europa e il resto del mondo non riconoscono come Paese a tutti gli effetti e per questo non è autorizzato alla vendita del petrolio sul mercato internazionale.

RIFLETTORI PUNTATI SU SEVERGNINI, RICEVUTO ANCHE DAL PRESIDENTE DEL SENATO LA RUSSA

Lo scorso 25 novembre a Napoli si è tenuta la proiezione del suo film “L’Urlo” in programma all’interno del Festival dei diritti umani. La proiezione è stata interrotta dopo soli 20 minuti (su 80 di lunghezza) per l’intervento di alcuni personaggi attivi nelle ONG, i quali hanno imposto ai tecnici la sospensione e, afferrato un microfono hanno preso ad accusare i contenuti del film, che riportavano le testimonianze dei migranti-schiavi in Libia, e il regista Severgnini.

Ad intervenire contro questo grave episodio di censura il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha voluto parlare direttamente con Severgnini.

Il registra, infatti, è stato ricevuto a Palazzo Madama in segno di solidarietà per lo spiacevole episodio. Prosegue intanto un silenzio assordante da parte della sinistra, “terrorizzata dalla rappresaglia delle ONG qualora rompessero il patto di omertà che ormai li lega” ha affermato il regista.

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