Roberta Villa, giornalista scientifica con formazione medica, affronta il complesso tema della disinformazione, particolarmente in ambito sanitario. Il suo percorso professionale è iniziato ancor prima della laurea in medicina, quando ha iniziato a collaborare con la redazione di Tempo Medico, una rivista specializzata per medici.
Villa evidenzia come durante la pandemia di Covid-19 siano stati commessi numerosi errori comunicativi che hanno contribuito a polarizzare l'opinione pubblica. Questa polarizzazione, anziché attenuarsi, si è accentuata anche nel post-emergenza. Sottolinea come oggi vi sia un paradosso: si è passati "dall'allarme alla negazione", senza riuscire a trovare un approccio razionale ed equilibrato. Mentre i dati mostrano ancora numeri significativi di decessi settimanali, la percezione del rischio è drasticamente diminuita, con conseguenze potenzialmente negative sulle fasce più vulnerabili della popolazione.
Per quanto riguarda la disinformazione, Villa evidenzia alcune "red flags" che dovrebbero mettere in guardia i cittadini: chi afferma "non ce lo dicono" (teoria del complotto); chi si presenta come l'unico detentore della verità contro l'intera comunità scientifica; chi propone soluzioni semplici a problemi complessi; chi usa un linguaggio assertivo senza mai esprimere dubbi o utilizzare condizionali. Sottolinea inoltre l'importanza di essere critici soprattutto verso le notizie che confermano i nostri pregiudizi, poiché tendiamo naturalmente a dare credito a ciò che risuona con le nostre convinzioni preesistenti.
Un punto cruciale dell'intervento riguarda la natura della scienza: Villa critica chi presenta la scienza come un corpus di conoscenze definitive e immutabili, sottolineando invece che il suo valore risiede proprio nella capacità di porsi domande, mettersi in discussione e progredire attraverso errori e correzioni. Questo aspetto fondamentale viene raramente comunicato al pubblico, creando aspettative irrealistiche di certezze che la scienza non può sempre offrire.
Villa evidenzia anche problemi strutturali nel sistema dell'informazione scientifica: la competizione per visibilità tra istituti di ricerca che porta a enfatizzare eccessivamente risultati preliminari; la tendenza dei media a semplificare eccessivamente concetti complessi; la mancanza di giornalisti scientifici preparati durante la pandemia, che ha portato a dare spazio mediatico eccessivo a "esperti" spesso intervistati su temi non di loro competenza specifica.
Infine, la giornalista annuncia la prossima uscita del suo libro "Controssario di Medicina", un'opera che intende colmare il divario tra il linguaggio medico-scientifico e la comprensione comune, contribuendo a migliorare l'alfabetizzazione sanitaria.

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