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Agostino Paravicini Bagliani - Per una storia dell’autocensura nel Medioevo

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Agostino Paravicini Bagliani - Per una storia dell’autocensura nel Medioevo. Incontro nell'ambito della tredicesima edizione della Storia in Piazza, libro e libertà.
Negli ultimi secoli del Medioevo, dal Due al Quattrocento, si assiste a una serie quasi ininterrotta di condanne, censure e roghi di libri. Tra le censure più celebri quella ordinata nel 1277 dal vescovo di Parigi Stefano Tempier, volta a condannare 219 filosofico-teologiche, è rimasta a lungo nella memoria storica.

Più di 170 roghi di libri sono stati organizzati negli ultimi tre secoli del Medioevo. Un fenomeno così ampio non poteva non indurre intellettuali e uomini di cultura a compiere azioni di autocensura, un fenomeno che appare anch’esso di ampie dimensioni, sebbene sia difficile reperirlo, ed è per questo che è stato meno studiato.

Casi significativi di autocensura possono però essere scoperti persino in opere – riguardanti discipline come l’alchimia, l’astrologia o la magia – scritte da autori vicini alla corte papale (nel Duecento). Per proteggersi questi autori ricorsero all’anonimato, scelsero un nome di autore oscuro o lasciarono cadere sezioni delle loro opere e cosi via. Che l’autocensura fosse un fenomeno che poteva coinvolgere le coscienze lo dimostra, ad esempio, il fatto che nel suo testamento un cardinale intorno al 1300 ordinò di far bruciare, dopo la sua morte, tutti i libri di alchimia e di astrologia in suo possesso.

Visita: palazzoducale.genova.it


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