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Lungo il fiume Paglia: archeologia, mobilità e mediazione del patrimonio culturale - 21 marzo

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Dal punto di vista ecologico, la valle del fiume Paglia costituisce un territorio coerente e ben definito, caratterizzato da una straordinaria varietà microambientale. Il fiume Paglia scorre da ovest a est e la sua valle è compresa tra il massiccio vulcanico Amiata a ovest, i monti Cetona, Rufeno e Peglia a nord, la valle del Tevere a est e il complesso vulcanico di Volsinii a sud. Storicamente, almeno a partire dall’Età del Bronzo, la Valle del Paglia ha sempre rappresentato uno spazio privilegiato per la mobilità e un'interfaccia di contatto tra diversi spazi culturali, economici e politici. Con la nascita delle entità proto-statali dell’Etruria, il suo controllo divenne di importanza strategica, considerata la posizione di cerniera tra Etruria meridionale e Etruria Interna Settentrionale. Il carattere marginale della Valle del Paglia, sia dal punto di vista economico che geografico e politico, non ha impedito lo sviluppo di forme di occupazione umana complesse e durature, soprattutto lungo assi di mobilità di straordinaria capacità strutturante, e molto diversi tra loro, come la Via Cassia e la Via Francigena. L'importanza del corridoio del Paglia come interfaccia ecologica e storica è stata sottolineata solo parzialmente nella letteratura archeologica degli ultimi decenni. Inoltre, essendo la valle del Paglia divisa tra diverse entità amministrative - Toscana, Umbria e Lazio - e gli studi condotti finora su questo comprensorio caratterizzati da tradizioni metodologiche spesso molto diverse tra loro, è mancata una comprensione globale del record archeologico e delle trasformazioni del paesaggio, nella fascia compresa tra la sorgente e la confluenza con il Tevere. L'obiettivo di questo convegno è quello di ricomporre la frammentazione delle ricerche passate, ponendo nuove domande e rileggendo vecchi dati, al fine di arrivare a delineare un quadro archeologico aggiornato.

Visita: www.unistrasi.it


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