Quella di Donato Nardin (per tutti Tello) è stata una lunga esistenza di quasi un secolo in cui ha vissuto da protagonista la gestione del territorio montano nei primi decenni dell’autonomia del Trentino. Il suo essere homo faber con una spiccata propensione all’innovazione e senza la paura del cambiamento ha caratterizzato la sua attività di dirigente nei servizi forestali trentini. Nella gestione del demanio forestale ha introdotto novità tecniche in ambito selvicolturale e nell’utilizzazione dei boschi, che gli hanno consentito di far fronte con successo ai gravi danni causati dall’alluvione del 1966. Nominato poco dopo dirigente dei Bacini montani, ne ha ammodernato la struttura operativa per intervenire sui diffusi dissesti, stimolando nel contempo un cambio di paradigma con l’affiancamento alle opere strutturali dei lavori di ingegneria naturalistica e di misure di riqualificazione e tutela ambientale dei corsi d’acqua.
Sarà sempre ricordato come un grande uomo, modesto e competente.
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