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Al Fatah-Palestina (1970) di Luigi Perelli

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Un'inchiesta cinematografica sul principale protagonista della resistenza palestinese: il movimento di liberazione della Palestina "Al Fatah". Il documentario mostra la vita nei campi profughi; illustra l'organizzazione politica della resistenza nelle sue articolazioni più importanti come i sindacati, la milizia popolare, la stampa; informa sull'organizzazione civile, gli ospedali, le scuole; descrive la preparazione della lotta armata nei campi di addestramento; segue un'azione militare nei territori occupati; ricostruisce la storia della battaglia di Karameh. Tra le testimonianze, anche quella di Arafat, quasi all’inizio del film.

8 commenti


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3 Dicembre 2023
11:30

Orgogliosa resistenza, il film descrive il passaggio dalla sofferenza alla coscienza e alla organizzazione. Un insegnamento per tutti. È spaventoso vedere, alla luce dei fatti di oggi, l'ipocrisia persino di Biden, anche se capisco che vi sia costretto...

Carmela Tomaselli

21 Novembre 2023
18:50

Grande Luigi Perelli....

Letizia Cortini

20 Novembre 2023
23:00

Che dolore, sembra che niente sia cambiato. Anzi sempre peggio, Israele vuole rendere profugo tutto il popolo Palestinese. Ci riusciranno?

Giuliana

16 Novembre 2023
16:39

Grazie per la bella iniziativa. Sono tutti film necessari (Sandro Portelli) Grazie, lo guarderò e poi lo manderò in giro. Più la gente sa sulla situazione e sulla storia meglio è (Antonello Proto)

Giandomenico Curi

14 Novembre 2023
22:23

Rivedendo il film per la seconda volta, mi sembra assolutamente evidente che, viste con gli occhi di oggi, le immagini di Al Fatah - Palestina potrebbero sembrare datate o semplicemente pura propaganda, cosa che è anche certamente vera, anche se il film, se non ricordo male, ha avuto anche un passaggio in Rai. E comunque queste immagini girate da Luigi Perelli (alcune delle quali sono di una bellezza straziante, accentuata dalla forza drammatica del bianco e nero), se collocate in un contesto storico più ampio, e al di là del loro valore artistico, si rivelano un "luogo" in cui, 50 anni dopo, è ancora possibile fare una l'esperienza di una disperazione senza scampo che opprimeva e ancora oggi opprime gran parte del popolo palestinese. Il film su Al Fatah mi ha fatto poi pensare a un altro film, quello girato da Jean-Luc Godard e dal gruppo Dziga-Vertov: Ici et ailleurs (cioè qui/Parigi e altrove/Palestina) girato sempre nel 1970 ma interrotto perché travolto dalla repressione feroce e dai massacri di Settembre nero. Quelli cioè voluti da Ḥusayn, re di Giordania, che, con la complicità di americani e israeliani, inviò i carri armati a bombardare prima i quartieri generali delle organizzazioni rivoluzionari palestinesi ad Amman; e poi i campi profughi di Irbīd, al-Ṣalt, Sweyleh e al-Zarqa, senza fare distinzioni tra civili e militanti dell'OLP (l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina). Tra quei morti c'erano anche la maggior parte dei palestinesi "attori" del film di Godard che, montato 4 anni dopo, si è trasformato, da politico e militante come era nelle prime intenzioni, in una vera e propria opera di redenzione/ trasformazione delle immagini girate nel 1970, quasi a rendere onore a coloro a cui quelle immagini appartenevano: cioè ai morti, ai caduti sotto le bombe. E allora viene da chiedersi: che fine ha fatto tutta quella straordinaria umanità che Perelli ha intercettato, e raccontato, in quei campi? Quanti sono sopravvissuti alle bombe e alle distruzioni di Settembre nero? E quelli di oggi, i palestinesi della striscia di Gaza... quale destino li aspetta? Quanti morti da mettere ancora in fila nelle strade e nei cortili di Gaza...? Ma comunque vadano le cose, sono convinto che fra due anni, dieci o venti... loro, i figli di quella terra martoriata, saranno ancora lì, in quelle strade, in quei cortili, come scrive il poeta palestinese Mahmoud Darwish, "tra schegge di cose e di nulla, a vivere ai margini dell'eternità... Giocando a scacchi, a volte, incuranti dei destini dietro la porta... Saranno ancora lì a costruire da macerie colombaie lunari" (Giandomenico)

Giandomenico Curi

14 Novembre 2023
20:21

È triste pensare a quello che avrebbe potuto essere ma non è stato. Queste immagini importanti ci fanno pensare esattamente a questo. Ottimo lavoro di Luigi Perelli .

paolop

13 Novembre 2023
11:29

È commovente ricordare quei fatti. Ora è un'altra epoca e la geopolitica dei grandi imperi mondiali scatena la sua impotenza guerrafondaia sul bacino mediterraneo occidentale. Poveri noi abbiamo perso tutti.

Rocco

12 Novembre 2023
19:47

Es una crisis humana, es la crisis de los derechos humanos y todos somos amenazados.

alessandra