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Ritratto di un terrorista - Carlos Lo Sciacallo

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Ilich Ramírez Sánchez, meglio conosciuto come Comandante Carlos, Carlos lo Sciacallo o semplicemente Carlos (Michelena, 12 ottobre 1949), è un terrorista e mercenario venezuelano con cittadinanza palestinese, marxista-leninista e filo-islamico, attualmente detenuto nelle carceri francesi, dove sta scontando una condanna all'ergastolo.

Aderente prima al leninismo, poi ad una versione estremista di socialismo islamico, lo pseudonimo Carlos è il suo nome di battaglia, mentre la stampa gli ha attribuito il soprannome Lo Sciacallo. È noto soprattutto per l'incredibile assalto condotto al quartier generale dell'OPEC nel 1975, per il quale si guadagnò il titolo di super-ricercato a livello internazionale per diversi anni. Carlos è responsabile, come esecutore materiale, di cinque omicidi accertati, ma è stato indagato per i suoi coinvolgimenti in molte attività illegali e terroristiche, spesso a fianco di gruppi di estrema sinistra. In totale viene considerato responsabile di 11 morti e 150 feriti. In un'intervista al quotidiano venezuelano El Nacional, ha ammesso di essere stato all'origine di un centinaio di attacchi che hanno provocato la morte di un numero compreso tra le 1.500 e le 2.000 persone, ma ha riconosciuto «appena 200 vittime civili», come «errori minori».Tra essi l'attentato della stazione Saint-Charles di Marsiglia.

Con il suo gruppo Separat (detto anche "gruppo Carlos"), composto in gran parte da terroristi tedeschi, come Thomas Kram (anche se Sánchez ha negato che Kram facesse parte della sua organizzazione) e parte dell'ORI (Organizzazione dei Rivoluzionari Internazionali), Carlos fu anche al servizio del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), e gli sono inoltre attribuiti rapporti con diversi servizi segreti mediorientali e arabi, come quelli della Libia di Mu'ammar Gheddafi, oltre che con il KGB. Una famosa pista investigativa lo vuole coinvolto anche con la strage di Bologna, ufficialmente attribuita alla strategia della tensione, anche se mai indagato ufficialmente. Interrogato a proposito, Carlos si è dichiarato più volte innocente, accusando spesso non i neofascisti condannati, ma la CIA, l'organizzazione Gladio e il Mossad. L'ex Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, inizialmente sostenitore della pista fascista, ha invece attribuito a Carlos e al FPLP (affermando che fosse stato "un incidente della resistenza palestinese") il sanguinoso attentato, costato 85 morti e più di 200 feriti.

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