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Carlo Ossola – Aspettando la Storia in Piazza 2022

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Carlo Ossola – Dante: storia di un nome mal pronunciato, in collaborazione con Incipit Festival Genova 2021 nell’ambito degli incontri “Aspettando la Storia. La Storia in Piazza 2022”
A causa della pandemia da Covid-19 l’undicesima edizione della rassegna La Storia in Piazza è rimandata al 2022, dal 31 marzo al 3 aprile. Nel frattempo, nell’intento di continuare a divulgare la conoscenza della Storia, Palazzo Ducale propone una serie di appuntamenti con lo scopo di avvicinare il pubblico al senso più ampio della narrazione della storia.
Carlo Ossola, filologo e critico letterario, professore di letterature moderne al Collège de France e direttore dell’Istituto di Studi Italiani di Lugano, è il presidente del Comitato Nazionale delle celebrazioni del 700° Anniversario della morte di Dante Alighieri.
Nella sua Introduzione alla Divina Commedia, edita da Marsilio nel 2012, Ossola sottolinea che la Commedia di Dante parla di «Everyman» (Pound), di ciascuno di noi. Parte cospicua dei suoi versi si è fatta proverbio, detto morale o sentenza, come se ci rifugiassimo nella Commedia per dar linfa ai nostri giudizi: «perdere il ben de l’intelletto», «sanza ’nfamia e sanza lodo», «ma guarda e passa», «mi fa tremar le vene e i polsi», «lasciate ogne speranza, voi ch’entrate». In questo senso Dante indiscutibilmente appartiene alla memoria collettiva dell’umanità.
E la Commedia è commedia: è il poema più dialogico di tutta la nostra letteratura; sfilano comparse, protagonisti; come a teatro ci sono dialoghi e monologhi, duetti serrati; un’architettura di mondi, luoghi visti, immaginati, letti, percorsi nell’esilio o nei libri.
Per leggere Dante oggi, è necessario continuare ad avere la sua sete d’essenziale, il suo anelito a varcare il relativo per porre i suoi versi come sigillo e fondamento di una parola detta per sempre. Nel suo essere “testimone contro il tempo” Dante, nel Novecento, è stato meglio interpretato e compreso da autori come Pound, Eliot, Mandel’štam, Beckett e Borges che dai critici stessi. E ancora, nel XXI secolo, il suo poema è in futurum.

Visita: palazzoducale.genova.it


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