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"NO Ritalin" - di e con Saverio Tommasi per la regia di Francesco Ritondale e con la collaborazione di Hulot produzione Cinematografica - è un video teatral-informativo sul noto psicofarmaco Ritalin, prescritto - da poco anche in Italia - a bambini considerati troppo vivaci o con il cosiddetto "argento vivo addosso".
"NO Ritalin" è stato girato in maniera indipendente ma a sostegno e in solidarietà della relativa campagna nazionale.

Visita: www.saveriotommasi.it

18 commenti


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3 Settembre 2005
18:19

(prosegue dal commento precedente) > hai scritto che buona parte di bambini affetti da > ADHD guariscono con il solo aiuto del trascorrere > del tempo. E allora mi chiedo: perché dovrei imbottire > mio figlio di psicofarmaci già dall'infanzia se molto > probabilmente le vie per guarire risiedono altrove? > Talvolta, come ricordi, addirittura nel semplice scorrere > del tempo? Perché i bambini da curare (anche) con psicofarmaci non sono tutti i bambini ADHD, ma solo i casi più gravi, quelli che soffrono della loro condizione e che probabilmente non guariranno con la crescita. E che, se anche dovessero guarire, porterebbero per tutta la vita i segni della sofferenza infantile. Per gli altri, per i casi meno gravi come quello di mio figlio, credo che la diagnosi di ADHD e i consigli che gli esperti possono dare siano comunque molto utili. Sapere che il proprio figlio non si comporta in un certo modo "per fare dispetto ai genitori", "perché è cattivo" o "perché è svogliato", ma perché ha un disturbo sul quale ha scarso controllo, può aiutare i genitori, nonché gli insegnanti e altre persone a contatto con il bambino, ad accettare meglio il bambino e a relazionarsi con lui in modo più costruttivo. Potrà inoltre aiutare il futuro adulto a capire meglio le proprie eventuali difficoltà senza colpevolizzarsi. Per questo credo che negare l'esistenza dell'ADHD sia un grave errore. > Perché il Governo - di qualunque colore sia - non ha > i soldi per insegnanti di sostegno adeguati alla situazione? Eh, bella domanda. Sappiamo entrambi la risposta. Non sono queste le loro priorità. Ti ringrazio per questo scambio di idee. Mi è servito per documentarmi ulteriormente e confermare, fondamentalmente, la mia posizione "cautamente favorevole" agli psicofarmaci. Una posizione non lontana dal tentativo di giudizio equilibrato espresso in questo articolo: "Iperattività: le guerre ideologiche non giovano" http://segnalazioni.blogspot.com/2004_12_12_segnalazioni_archive.html (ci sono diversi articoli, cerca il titolo sopra indicato con la funzione di ricerca del browser)

Alessandra

3 Settembre 2005
18:17

> l'utilizzo del potente - e pieno di effetti collaterali - Ritalin "...reazioni cutanee di vario tipo e gravità inclusi casi di eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica. Sono state segnalate reazioni di ipersensibilità quali ad esempio angioedema, edema della laringe, shock anafilattico. Inoltre sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: trombocitopenia, leucopenia, anemia, agranulocitosi, alterazioni della funzionalità epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene (insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, ematuria, anuria) reazioni gastrointestinali e vertigini." Effetti collaterali del Ritalin? No, della Tachipirina, prescritta anche ai neonati. > Saprai, Alessandra, che il trattamento a base di Ritalin > non rende il bambino più amichevole con gli altri o > più attento e studioso, ma semplicemente "più quieto". Come ho già detto, non ho esperienza diretta di terapia con Ritalin, in quanto mio figlio non ne ha mai assunto. Ho invece letto diverse testimonianze, di alcune delle quali non ho motivo di dubitare, sugli effetti positivi, non sedativi, del farmaco, come questa: "A noi, a nostra figlia e alle sue sorelle il Ritalin ha davvero cambiato la vita, mai avrei sperato di ottenere tanto da un farmaco. Il bello è vedere che la bambina non è "sedata", come dicono queste campagne, è semplicemente "serena", attiva e non iperattiva, propositiva e non distruttiva. Io credo che mia figlia abbia davvero iniziato a godersi la vita da quando è stata curata con quello." (http://www.superabile.it/Superabile/HomePage/Servizi+Utili/LettereAllaRedazione/Ritalin_lettera.htm) Ci sono moltissime altre testimonianze del genere. Tutte persone pagate da Novartis per raccontare balle? Anche tu saprai che il Ritalin è uno stimolante e non un sedativo, quindi generalmente non "addormenta" i bambini, ma stimola le zone e le funzioni cerebrali che in questi bambini sono deficitarie. I risultati ovviamente non sono per tutti uguali, in alcuni casi il farmaco può non avere gli effetti desiderati o avere effetti indesiderati; per questo la somministrazione deve essere effettuata in modo clinicamente controllato e, se non dà i risultati auspicati o provoca disturbi, deve essere interrotta. Ricordo inoltre che il metilfenidato (Ritalin ma anche altre marche) non è l'unico farmaco per l'ADHD. Ci sono anche farmaci non stimolanti che sembrano efficaci (atomoxetina), ma non sono disponibili in Italia attualmente. (continua nel commento successivo)

Alessandra

3 Settembre 2005
02:53

Credo che per dare ai bambini la "capacità di amare e lavorare" - come diceva Freud e come tu ricordi - l'utilizzo del potente - e pieno di effetti collaterali - Ritalin, sia nella stragrande maggioranza dei casi un errore molto grave. Che ci sia un buon numero di bambini con problemi di varia natura e genere è abbastanza palese, almeno per chi è a stretto contatto con la popolazione infantile. Ma da qui a dire che la soluzione è un potentissimo psicofarmaco credo che il passo sia veramente troppo lungo. Saprai, Alessandra, che il trattamento a base di Ritalin non rende il bambino più amichevole con gli altri o più attento e studioso, ma semplicemente "più quieto". Tantomeno il trattamento è teso a sconfiggere la - vera o presunta - malattia. Non solo: hai scritto che buona parte di bambini affetti da ADHD guariscono con il solo aiuto del trascorrere del tempo. E allora mi chiedo: perché dovrei imbottire mio figlio di psicofarmaci già dall'infanzia se molto probabilmente le vie per guarire risiedono altrove? Talvolta, come ricordi, addirittura nel semplice scorrere del tempo? Perché il Governo - di qualunque colore sia - non ha i soldi per insegnanti di sostegno adeguati alla situazione? Su diverse altre cose da te menzionate, Alessandra, concordo invece con te. Buonanotte e grazie per l'attenzione, Saverio.

Saverio Tommasi

3 Settembre 2005
01:05

(segue dal commento precedente) Date tali constatazioni, preferisco affidarmi per i miei (sempre provvisori) giudizi alla mia esperienza personale. Questa mi dice che: - In diversi casi gli psicofarmaci sono imprescindibili se si vuole dare una risposta efficace a un problema psichico. - La riluttanza a prescrivere/assumere psicofarmaci, dovuta a timori irrazionali sul loro operato misterioso, ha rovinato o rischiato di rovinare più di una vita. Probabilmente, almeno in Italia, più delle vite che possono essere state rovinate dagli psicofarmaci stessi. Ovviamente gli psicofarmaci vanno somministrati quando necessario, in modo controllato ed evitando abusi. Come per tutti i farmaci, del resto. - La chiusura dei manicomi nel 1978 è stata cosa buona e giusta, ma non sono state messe in piedi alternative valide e spesso si sono abbandonate persone con gravi difficoltà a se stesse. Infine, ma questo a livello di considerazione personale: preferisco l'approccio terapeutico farmacologico, con modalità decise insieme al paziente (o ai genitori in caso di bambini), a un approccio psicologico colpevolizzante che invade la mia sfera privata pretendendo di dettare il mio comportamento e finanche il mio modo di pensare, con la promessa di risolvere i miei problemi, magari da parte di persone che non sono riuscite a risolvere nemmeno i loro, di problemi. Trovo il primo approccio più onesto. Per concludere: la psiche umana è un argomento, per sua stessa natura, molto complesso, e il modo in cui è presentata la questione ADHD nel filmato è troppo riduttivo e caricaturale. Il no di principio agli psicofarmaci ai bambini è ingiustificato, se si accetta che anche i piccoli abbiano diritto alla salute. Freud definiva la salute mentale come la capacità di amare e lavorare, e mi sembra una bella definizione. I bambini con disturbo ADHD grave rischiano di non riuscire a sviluppare queste capacità: quella di amare perché in continuo conflitto con gli altri, quella di lavorare perché disorganizzati e incapaci di portare a termine qualsiasi cosa. Diamo loro invece la possibilità di svilupparle, senza chiusure pregiudiziali.

Alessandra

3 Settembre 2005
01:04

Salve Saverio, ti ringrazio della tua risposta e del suo tono pacato e costruttivo. Non ho capito bene la differenza tra popolazione infantile tutta e quella scolastica; ripeto comunque che la percentuale più accreditata nel mondo scientifico è il 4%. Posso essere d'accordo (per quanto ne so) sull'abuso negli Stati Uniti di metilfenidato e altri psicofarmaci, ma mi pare che in Italia il problema attualmente sia più la scarsa conoscenza del disturbo che altro. Alle maestre di mio figlio ho dovuto spiegare io che cos'era l'ADHD, loro non ne avevano mai sentito parlare. Ora non dirmi che l'ADHD non esiste perché la diagnosi è basata sull'osservazione clinica e non su test diagnostici: in base a tale criterio bisognerebbe dubitare anche dell'esistenza dell'autismo e della dislessia. Neppure di tratta di una nuova malattia: è stata identificata, pur se con nomi diversi, sin dagli anni '40. Prima? Prima gli sfortunati bambini con questo problema erano etichettati come svogliati e ribelli ed "educati" a suon di ceffoni e punizioni. Ce ne sono ancora di casi del genere, ne conosco uno vissuto molto da vicino da un'amica. Spero che tu abbia avuto occasione di visitare il sito dell'AIFA e di leggere testimonianze di genitori. Io ho visitato il sito che indichi e letto tutto quanto riguarda il Ritalin. Mi pare che di dati scientifici ne siano offerti pochi, e ancor meno si ha la sensazione che chi scrive conosca personalmente casi di ADHD. Si mescola psichiatria e politica in un pot-pourri con dubbi nessi logici. Ripeto, so che la psichiatria (come tante altre discipline) è usata da alcuni a scopi politici, ma proprio per questo chi vuole parlarne correttamente dovrebbe fare uno sforzo per distinguere i due piani. Sappiamo quanta disinformazione ci sia in giro, ancor più oggi che abbiamo l'illusione dell'abbondanza dell'informazione grazie a Internet. In Internet però l'informazione si diffonde in modo virale e l'abbondanza non è sinonimo di correttezza. Nemmeno è garanzia di correttezza la parte dalla quale viene l'informazione. Per orientamento politico tenderei a dare maggiore fiducia alle informazioni provenienti da sinistra, ma più di una volta ho dovuto constatare che certe informazioni erano errate ed erano state diffuse per contagio virale, probabilmente in buona fede, proprio perché confortavano le idee di chi le diffondeva. (continua nel commento successivo)

Alessandra

2 Settembre 2005
12:58

Buongiorno Alessandra. Mi permetto di riportarti - tra i tanti - un sito da cui potrai trarre rilevanti informazioni sull'uso/abuso di Ritalin: www.psichiatriademocratica.com - Ti consiglio di utilizzare il motore di ricerca interno. La questione è in verità abbastanza semplice, e tu stessa ne afferri bene il nocciolo - pur traendone una conclusione che ovviamente non condivido. Il nocciolo è questo: negli Stati Uniti - soprattutto - il Ritalin ha raggiunto una diffusione enorme e capillare - questo è un dato di fatto - creando un piccolo esercito di bambini sedati da psicofarmaci. Questo non avviene - almeno per ora - in altri paesi. Dunque, o si pensa che negli Stati Uniti nasca un numero maggiore di bambini "malati" - e non lo credo nella maniera più assoluta - o si pensa che ogni mossa italiana tesa all'allargamento dell'utilizzo del Ritalin serva solo a copiare uno degli atteggiamenti peggiori della nazione americana: l'abuso di psicofarmaci. Il video cerca di informare invitando le persone - come avrai visto nella parte finale - a "chiedere, domandare, informarsi, informare gli altri". Inoltre a "rifiutare la falsa psichiatria di controllo sociale". Non tutta, bada bene, solo quella parte - purtroppo ben presente - malata, che antepone il guadagno alla vita delle persone. Riguardo numeri e percentuali, il "quasi 20%" si riferisce alla popolazione infantile tutta, così come detto - comunque - anche nel video. Un saluto cordiale, Saverio Tommasi

Saverio Tommasi

2 Settembre 2005
09:55

I centri seri di neuropsichiatria infantile in Italia sono molto cauti con le diagnosi di ADHD e ancora più cauti nel proporre cure farmacologiche. Lo so bene in quanto ho un bambino di dieci anni affetto da ADHD e che, pur essendo seguito per questo problema da oltre tre anni, non ha mai assunto metilfenidato (Ritalin). Altri bambini seguiti nello stesso centro lo assumono, ovviamente con il consenso convinto dei genitori. Il problema dell'ADHD non è solo un problema di vivacità. Tra i miei due figli e i loro amici, sono circondata ogni giorno da bambini vivaci, e sinceramente preferisco un bambino vivace a uno "moscio". Credo che la vivacità sia indice di salute, non di malattia. Ma a differenza degli altri bambini, mio figlio ha una vivacità non finalizzata, avulsa dal contesto, inappropriata e fastidiosa anche per i suoi stessi amici; è distratto e non sa gestirsi; dimentica le sue cose dappertutto e non ricorda dove sono; è impulsivo e si arrabbia per un nonnulla; nonostante un'intelligenza notevole ha qualche problema a scuola per difficoltà di attenzione e concentrazione. Tutte queste caratteristiche creano piccoli problemi ora che è un bambino, ma potrebbero creargliene di grandi in futuro, sul lavoro, nelle amicizie e nei rapporti affettivi. Molti casi di ADHD si risolvono con la crescita, altri no, e in questi casi trovo che un trattamento farmacologico, abbinato a un'assistenza pisocologico-comportamentale, sia di grande aiuto. È anche indicato nei bambini nei casi più gravi, quando l'ADHD rischia di compromettere un sano sviluppo intellettivo, emotivo e relazionale. Per informazioni corrette sull'ADHD le persone interessate, soprattutto i genitori che conoscono le difficoltà legate all'avere un bambino con questo disturbo, possono consultare il sito http://www.aifa.it/

Alessandra

2 Settembre 2005
09:54

Generalmente apprezzo i filmati di Arcoiris, ma questa volta sono rimasta delusa. L'argomento è presentato in modo palesemente scorretto e fazioso, con caricature di personaggi assurdi che mirano a suscitare nei genitori paure, evocando fantasmi quali il trattamento sanitario obbligatorio, che nessuno, ma proprio nessuno intende proporre per l'ADHD, tanto meno per i bambini. Tra le varie affermazioni molto approssimative, quella che il 20% dei bambini sarebbe affetto da ADHD, mentre poi si dice che la media è di un bambino per classe. Se si calcolano 25 bambini in media per classe, questo fa 1 bambino su 25, ossia il 4%, non il 20%. Il 4% è infatti la percentuale più accreditata nel mondo scientifico, e poi solo una parte di questo 4% ha necessità di trattamento farmacologico. Questo filmato non offre alcun approfondimento scientifico della questione e non fa altro che riproporre luoghi comuni, quali quelli diffusi da organizzazioni poco serie come scientology. L'intento è quello di delegittimare la psichiatria in toto, vedendola come un mero tentativo di controllo sociale. Ora, se è vero che la psichiatria, come tante altre branche della scienza, può essere ed è utilizzata come strumento di potere, è anche vero che il cattivo utilizzo non ne invalida la correttezza di fondo. Negare l'esistenza di malattie psichiche è oscurantismo, è negare la base biologica della nostra psiche e volerla ricondurre a un piano soprannaturale, separato da quello corporeo. Si accetta che possano ammalarsi il fegato, il cuore, i polmoni, ma non che possa ammalarsi il cervello. Non si può negare una verità scientifica adducendo motivazioni ideologiche o gli interessi delle case farmaceutiche, che pure ci sono. È come negare l'effetto serra affermando che si tratta di una menzogna inventata dai paesi ricchi per frenare lo sviluppo dei paesi poveri. Se è vero che i paesi ricchi sfruttano quelli poveri e sono la causa primaria della loro miseria, questo non vuol dire che l'effetto serra sia un'invenzione. (Continuo in un commento successivo a causa del limite sul numero di caratteri)

Alessandra