Nicholas Mathieu a quattordici anni aveva ben chiaro che cosa fare: tagliare la corda, lasciare la vita di provincia che gli sembrava insopportabile, sfuggire a un ordine sociale che non concede spazio al cambiamento. La sua smania di allora è la stessa che si ritrova oggi nei personaggi dei suoi romanzi. La Francia che ci restituisce in "Aux animaux la guerre" e in "E i figli dopo di loro" (recente vincitore del premio Goncourt) è un paese stanco, avvilito, in preda alla collera, incapace di sognare, dove il solco tra precari della vita e classi privilegiate si fa sempre più profondo. Un mondo vicinissimo e forse per questo invisibile a cui ha deciso di dedicare interamente la sua attenzione di scrittore, coniugando l'interesse ai temi sociali con uno stile più intimista e prendendo come propri riferimenti letterari Annie Ernaux e Gustave Flaubert. Di vocazione alla scrittura, rabbia sociale e pulsioni giovanili, Nicholas Mathieu parla al microfono di blurandevù.