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Asian Dub Foundation

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In quel paradigma della complessita' del rapporto tra le culture del mondo che e' la citta' di Londra c'e' chi da anni considera la spinta creativa degli ultimi anni da parte di indiani e bengalesi come l'equivalente di inizio millennio di cio' che i caraibici e piu' precisamente i giamaicani avevano fatto a partire dagli anni sessanta innestando in modo vitale i loro caratteri nella cultura che li 'dominava' andando cosi' a creare qualcosa di completamente nuovo. Alla luce di queste considerazioni ascoltando la musica dei 'guerrieri MIDI del 21esimo secolo' Asian Dub Foundation (la efficace definizione e' proprio loro) non posso fare a meno di pensare alla poesia dub-reggae dell'artista di origine giamaicana Linton Kwesi Johnson e dell'impatto che la forza della sua arte militante ebbe su centinaia di migliaia di giovani europei quasi trent'anni fa introducendoli a chi rivendicava la fierezza di una cultura ed uno stile a loro fino ad allora completamente sconosciuti. Se la voce di Linton Kwesi Johnson era accompagnata dalla forza del roots reggae e dal dub nella fusione musicale di Asian Dub Foundation possiamo trovare echi di musica popolare indiana ma anche di punk, drum & bass, dub reggae, hip hop e dancehall. Il gruppo ha mosso i primi passi nel 1993 all'interno di una struttura significativamente chiamata Community Music dove il bassista Dr. Das teneva ad alcuni giovani un corso di tecnologia musicale: proprio dall'interazione del docente con i suoi allievi e' nata l'idea di formare dapprima un sound system ed in seguito una vera e propria band. Il loro primo album 'Facts and fiction' 'e uscito nel 1995 e ha suscitato la curiosita' di pochi attenti acquirenti in un panorama musicale in cui il brit-pop dominava il campo e non era ancora il momento per le suggestioni 'asian' ad essere di moda. La vera svolta e' arrivata nel 1998 con il secondo favoloso 'Rafi's revenge' (pubblicato dapprima solamente in Francia sotto il titolo di 'R.A.F.I.' nel 1997). Il popolare gruppo pop Primal Scream ha giocato in quel periodo un ruolo importante nella crescita di Asian Dub Foundation utilizzandoli come act di apertura dei loro concerti nel 1997 e condividendo con la band anglo-asiatica la campagna per la liberazione di Satpal Ram, un ragazzo indiano arrestato per un omicidio che era chiaramente un gesto di legittima difesa da una brutale aggressione razziale. L'impegno sociale non e' mai venuto a mancare ed a quel periodo risale anche la fondazione di ADF Education, un organismo che promuove l'insegnamento della tecnologia applicata alla musica ai giovani: questi interscambi saranno anche molto utili al gruppo perche' permetteranno negli anni futuri alcuni allargamenti della line-up proprio con l'innesto di alcuni studenti dei progetti. Dopo l'affermazione a livello mondiale seguita a 'Rafi's revenge' nel 2000 e' uscito il terzo CD e gia' nel titolo 'Community music' e' evidente la continuita' della band con le proprie origini e gli scopi iniziali: l'utilizzo di brillanti arrangiamenti di fiati e archi mette in evidenza l'abilita' di musicisti troppo spesso chiamati in causa per l'aspetto 'politico' della loro arte e considerati da molti dei 'jungle-punks' musicalmente illetterati. Nel marzo 2001 Asian Dub Foundation compongono una esclusiva colonna sonora per una speciale proiezione del film 'La Haine' di Mathieu Kassowitz che avviene nell'ambito del festival 'Only connect' a Londra: la loro musica e' l'ideale contrappunto alla tensione espressa dal film girato nelle esplosive periferie parigine e anche questa operazione mette in evidenza l'abilita' della band a dare voce ad un clima di frustrazione e disillusione molto comune in questi tempi. La progressione della band continua e nel 2002 esce il loro quarto CD 'Enemy of my enemy', prodotto dal famoso dub-master britannico Adrian Sherwood. In questo ottimo lavoro brillano le collaborazioni con Sinead O'Connor per '1000 mirrors' e con l'MC giamaicano Ghetto Priest per 'Fortress europe'. In 'Tank' uscito nel 2005 Asian Dub Foundation proseguono dal lavoro di 'Enemy of my enemy' affiancando in quasi tutti i brani Ghetto Priest ai loro due vocalists e lavorando in modo piu' focalizzato sugli elementi ormai classici del loro suono e delle loro melodie.

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