Il vero mostro non è la creatura orribile alla vista, ma l'uomo che descrimina, ferisce, umilia.
Frankenstein di Mary Shelley non è solo un libro, è la cosa più simile a un mito che abbia partorito la modernità. È un archetipo, e non è un caso che il suo sottotitolo sia "il moderno Prometeo".
Non aver letto questo monumento assoluto al fantastico, all'orrore, all'avventura, alla fantascienza, al dramma, è quasi un crimine.
Specie in un momento storico come questo, in cui la paura del diverso torna a proiettare su di noi la sua ombra gotica.