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Doggerland, Beringia, Zealandia: la VERITÀ NASCOSTA di questi continenti sommersi! Documentario

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Sotto le onde dei nostri oceani si trovano le tracce di terre dimenticate, vasti territori che un tempo collegavano continenti, ospitavano popolazioni umane e supportavano ecosistemi unici prima di scomparire sotto i mari in aumento. Tra le regioni sommerse più affascinanti ci sono Doggerland nel Mare del Nord, Beringia tra Asia e Nord America, e Zealandia nel Pacifico. Ognuna porta con sé il mistero di un mondo perduto, nascosto sotto la superficie eppure profondamente influente nella storia dell'umanità e nell'evoluzione della geografia terrestre. Questi continenti sommersi e ponti di terra non sono miti come Atlantide, ma luoghi documentati scientificamente che rivelano il potere del cambiamento climatico, l'innalzamento dei livelli del mare e l'attività tettonica di rimodellare il nostro mondo. Lo studio di queste terre perdute è diventato un campo di ricerca vitale in archeologia, paleontologia e geologia, poiché ci aiutano a comprendere la migrazione, la sopravvivenza e la resilienza delle persone e degli ecosistemi quando confrontati con trasformazioni ambientali.

Doggerland si estendeva una volta attraverso quello che oggi è il Mare del Nord, collegando la Gran Bretagna al continente europeo durante l'ultima era glaciale. Per migliaia di anni, fu una pianura fertile ricca di fiumi, foreste e fauna selvatica. I cacciatori-raccoglitori percorrevano le sue valli, pescavano nei suoi laghi e cacciavano i suoi animali, lasciando pietre e tracce dei loro accampamenti. Ma mentre le calotte di ghiaccio si scioglievano e il livello del mare saliva, Doggerland fu gradualmente inghiottita dalle acque che avanzavano. Circa 8.000 anni fa, un catastrofico evento conosciuto come la Frana di Storegga—un enorme smottamento sottomarino al largo della costa della Norvegia—scatenò uno tsunami che potrebbe aver accelerato l'allagamento di questa antica terra. Oggi, la mappatura sonar e i pescherecci che dragano il fondale marino occasionalmente portano alla luce ossa di mammut, palchi di cervo e artefatti preistorici, promemoria che sotto le onde del Mare del Nord si trova un intero paesaggio perduto, una volta centrale per la vita umana nell'Europa settentrionale.

Dall'altra parte del mondo, Beringia forniva un ponte cruciale tra Asia e Nord America. Durante i periodi glaciali, quando i livelli del mare erano più di cento metri più bassi rispetto ad oggi, una vasta distesa di terra collegava la Siberia all'Alaska. Questo corridoio consentì non solo la migrazione di mammut, bisonti e tigri dai denti a sciabola, ma anche i primi esseri umani che attraversarono nelle Americhe. Le prove archeologiche e genetiche suggeriscono che i primi cacciatori-raccoglitori usarono Beringia non solo come passaggio, ma anche come patria, vivendo lì per migliaia di anni prima di spostarsi più a fondo nei continenti. Quando i ghiacciai si ritirarono e i livelli del mare salirono, Beringia scomparve sotto lo Stretto di Bering, interrompendo il collegamento tra Asia e America e lasciando dietro di sé una delle rotte migratorie più importanti della preistoria umana. L'eredità di Beringia è visibile oggi nel patrimonio culturale e genetico condiviso dei popoli indigeni su entrambi i lati del Pacifico.

Molto più a sud, Zealandia rappresenta un caso ancora più drammatico. A differenza di Doggerland o Beringia, che furono esposti durante le ere glaciali e sommersi in seguito, Zealandia è un quasi intero continente che affondò sotto il livello del mare milioni di anni fa a causa delle forze tettoniche. Coprendo un'area quasi due terzi delle dimensioni dell'Australia, Zealandia è in gran parte nascosta sotto l'Oceano Pacifico, con solo frammenti come la Nuova Zelanda e la Nuova Caledonia che sporgono sopra le onde. Gli scienziati l'hanno riconosciuta ufficialmente come continente solo di recente, rendendola un esempio affascinante di quanto resti ancora da scoprire sulla geografia nascosta della Terra. Zealandia era una volta collegata all'antico supercontinente Gondwana e, sebbene la maggior parte di essa ora giaccia sott'acqua, spedizioni di trivellazione e studi sui sedimenti hanno rivelato la sua storia geologica e il suo ruolo nel plasmare le correnti oceaniche e la biodiversità. Per i neozelandesi, il riconoscimento di Zealandia come continente sottolinea l'identità geologica unica della loro terra, mentre per gli scienziati sottolinea quanto del nostro pianeta rimanga inesplorato sotto gli oceani.

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