Alcibiade, genio carismatico e volubile, fece della lealtà una merce di scambio. Addestrato da Pericle e Socrate, convinse Atene a invadere la Sicilia; accusato di empietà, disertò e, a Sparta, insegnò loro a occupare Decelea per strangolare Atene. Coinvolto in scandali, passò alla Persia e sostenne la strategia di mantenere Atene e Sparta esauste. Tornò promettendo il sostegno persiano, vinse battaglie, ma una singola sconfitta bastò per un nuovo esilio. La sua carriera fu una sequenza di lealtà usa e getta: talento al servizio dell'ambizione, che prolungò la guerra e corrose la fiducia nella sua stessa città.