A partire dal 1570, Shingen punta a Kyoto: prende Suruga (1568), sconfigge Ieyasu a Mikatagahara (1572) e apre la rotta. Ma si ammala in marcia e muore nel 1573; ordina di celare la morte per tre anni — il suo ultimo colpo strategico. Katsuyori subentra, la coesione si sfalda e Nagashino (1575) distrugge la cavalleria dei Takeda sotto gli archibugi di Nobunaga e Ieyasu. Il clan crollerà, ma Shingen rimane: stratega austero, riformatore e simbolo di leadership — il “Napoleone del Giappone”, vigile a Kōfu e nella memoria del Paese.