Per vent’anni è sembrato che tutto fosse finito lì: un incidente ferroviario archiviato con qualche dubbio, una rivolta etichettata come sfogo popolare, cinque ragazzi morti in un’incidente d’auto e nessun colpevole. Ma passano vent’anni e, nel 1993, qualcosa si muove. A parlare, questa volta, non sono giornalisti, né attivisti, né anarchici, né superstiti. A parlare sono dei collaboratori di giustizia, dei pentiti. E ciò che raccontano riapre le ferite di una Calabria dimenticata, riporta alla luce legami inquietanti tra criminalità organizzata, eversione nera e insospettabili figure del potere. È una nuova indagine, e forse anche una nuova pista per capire cos’è davvero accaduto a Gioia Tauro.
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