Nell’estate del 1970, la Calabria è scossa da due eventi che, pur sembrando tra loro indipendenti, in molti faticano a non collegare: la violenta rivolta che infiamma Reggio Calabria e il deragliamento del treno a Gioia Tauro, con il suo tragico bilancio di vittime. Mentre la Polfer e i magistrati si mostrano cauti, esitanti a vedere un filo comune tra i due episodi, e sebbene gli esperti della Polizia ferroviaria parlino apertamente di un attentato dinamitardo senza però riuscire a identificarne la matrice, c’è chi, invece, non ha dubbi. Giornalisti, osservatori attenti e soprattutto un piccolo gruppo di giovani reggini — noti come 'gli anarchici della Baracca' — indicano con decisione un movente comune. E puntano il dito contro mandanti che si muovono nell’ombra.

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