Dopo il pesante silenzio a Cheronea, Alessandro vide il padre festeggiare in modo sguaiato e lo rimproverò. Inviato ad Atene, entrò con pochi accompagnatori e trovò una città impaurita. Camminò per l’Accademia, per il Teatro di Dioniso e salì all’Acropoli, sentendo il peso dell’eredità greca. Davanti all’assemblea offrì termini miti: libertà preservata, prigionieri restituiti e un’alleanza per la campagna che sarebbe venuta. Gli ateniesi accettarono, e il Leone di Cheronea si levò come lutto e monito. A Corinto, Filippo radunò le città sotto il suo comando; Alessandro, già celebre per aver sconfitto il Battaglione Sacro di Tebe, ottenne lealtà ma anche invidie. L’unità greca nasceva insieme alle trame di corte.