La clandestinità di Neelab e delle sue studentesse-imprenditrici, il ritorno forzato di Ahmed dal Pakistan, la fuga precipitosa dall’Iran di Mariam e della sua famiglia. Quattro anni dopo la presa di potere dei Talebani, la RSI è tornata a Kabul. Un viaggio lampo di pochi giorni, dalla capitale alla frontiera di sabbia con l’Iran, che in questi mesi ha rimpatriato con la forza quasi un milione e mezzo di rifugiati e cittadini afgani. In Afghanistan si vive ancora nell’incubo di un potere opprimente che nega istruzione e diritti alle ragazze sopra i 12 anni, che vorrebbe cancellare le donne dalla mappa demografica del Paese e rinchiuderle nelle loro case. Ma ci sono anche le sfide coraggiose di chi sostiene l’imprenditoria femminile, di chi nonostante tutto cerca spazi formativi in barba ai divieti dell’Emirato Islamico. Tra le contraddizioni di una società schiacciata tra limitazioni e un’economia a pezzi, a Kabul è ritornata anche la Svizzera, primo Paese europeo a riaprire un ufficio della Cooperazione in Afghanistan.
Visita: www.rsi.ch