Sono le 8:30 del 10 luglio 1976 quando Vittorio Occorso, 47 anni, magistrato, sostituito procuratore della Repubblica, saluta il portiere Tonino, poi la moglie Diana e si dirige verso il suo ufficio. Questi sono gli ultimi istanti della sua vita, prima che un ragazzo alto e corpulento, comparso su una moto Guzzi rossa e armato di un mitra Ingram, gli fa fuoco due volte, due raffiche da 30 colpi l’una. Nella macchina del magistrato, la firma dell’artefice: dei volantini di Ordine nuovo, movimento politico che Occorsio aveva fatto mettere fuori legge 3 anni prima per ricostituzione del disciolto partito fascista. Partendo dal podcast scritto dal figlio Vittorio, Eugenio Occorsio, giornalista esperto di economia Miguel Gotor e Giovanni Bianconi ripercorrono una delle più sconvolgenti e drammatiche pagine italiane del secolo scorso.
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