Considerato rustico dai greci, Filippo II cercò di dare prestigio al figlio chiamando Aristotele a istruirlo a Mieza. Lì, Alessandro e giovani nobili appresero etica, retorica, scienze e politica. Il filosofo lo guidò a pensare criticamente e a cercare equilibrio, insegnando che la virtù è il giusto mezzo tra gli estremi. Pur impaziente, Alessandro assimilò lezioni che plasmarono il suo carisma e la sua visione imperiale. A 16 anni, già reggente, represse rivolte e si dimostrò leader. Aristotele partì per Atene, ma il suo segno accompagnò il futuro conquistatore per tutta la vita.