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Cosa vede davvero il minutamente piccolo? - Documentario

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Il minutamente piccolo è un mondo che sfugge al nostro sguardo, eppure si trova all'origine di tutto ciò che vediamo, sentiamo e sperimentiamo. È un regno dove le leggi familiari della fisica classica crollano, dove le particelle sono sia onde che corpuscoli, dove le certezze si dissolvono in probabilità. Avventurarsi in esso significa abbandonare i sentieri del visibile e tuffarsi nell'architettura stessa della materia, dove atomi, quark e fluttuazioni del vuoto tracciano i confini dell'ignoto. Questo mondo non può essere affrontato attraverso i sensi, né tantomeno attraverso l'intuizione. Richiede strumenti, macchine colossali, acceleratori di particelle, microscopi a scansione a effetto tunnel e modelli matematici di una complessità sorprendente per intravedere la sua logica. Ma ciò che si rivela in cambio supera tutte le aspettative. Alla scala del nanometro—un miliardesimo di metro—gli oggetti non si comportano più come fanno nel nostro mondo macroscopico. L'oro, per esempio, non riflette più la luce come fa nella sua forma solida: diventa rosso o blu a seconda della dimensione delle sue nanoparticelle. Le leggi della meccanica quantistica prendono il sopravvento sulla fisica classica: l'effetto tunnel permette a una particella di attraversare una barriera che non dovrebbe mai poter superare, e il principio di indeterminazione di Heisenberg ci impedisce di conoscere con precisione sia la posizione che la velocità di un elettrone. Nulla è stabile o determinato -tutto è sfocato, vibrante, statistico. Eppure, all'interno di questo oceano di instabilità risiede la struttura stessa della materia. Ogni molecola del nostro corpo, ogni neurone nel nostro cervello, ogni pixel sullo schermo che fissiamo, è un sottile arrangiamento in questa danza invisibile. Scendere ancora più in profondità ci porta all'universo dei quark e dei gluoni, i costituenti fondamentali di protoni e neutroni. Qui si parla della scala del femtometro- un milionesimo di un miliardesimo di metro. A questo livello, le particelle non sono più "palline" o "granuli" ma entità quantistiche che interagiscono attraverso campi e forze, la cui comprensione continua a spingere i confini della fisica moderna. La cromodinamica quantistica, la teoria che governa queste interazioni, è uno dei quadri più complessi mai concepiti dalla mente umana. Descrive un mondo di confinamento, dove i quark non possono mai essere isolati, dove l'energia del vuoto può trasformarsi in particelle, e dove l'esistenza stessa sembra tessuta da probabilità e tensioni dinamiche. A questa profondità, i concetti classici perdono ogni significato. La parola “forma” diventa vaga; la stessa nozione di “posizione” si offusca. Una particella non ha una posizione definita ma piuttosto una distribuzione di probabilità: potrebbe essere qui, o lì, o da qualche altra parte, finché non viene misurata. Questa è una realtà profondamente sconcertante, eppure i cui effetti sono osservabili e misurabili ogni giorno. Senza questa strana fisica, nessun laser, nessun GPS, nessun transistor funzionerebbe. Questo paradosso -un mondo incomprensibile eppure controllato- è al centro della nostra era tecnologica. Il regno del minutamente piccolo non è solo un campo della scienza -è uno spazio di fascinazione. Metti in discussione il nostro posto nell'universo, la nostra capacità di sapere, di comprendere. Ribalta l'intuizione, sfida il buon senso e rivela un cosmo di inattesa ricchezza. Dove l'occhio non vede nulla, c'è un universo brulicante, vibrante di energia, scolpito da forze fondamentali, abitato da entità effimere che nascono e svaniscono in durate di tempo inconcepibilmente brevi. In ogni istante, in quello che assumiamo essere un vuoto silenzioso, particelle virtuali emergono e si annientano a vicenda, dando al vuoto stesso una tessitura. Nulla è mai veramente vuoto. Nulla è mai veramente immobile.

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