Ugo Morelli, scienziato cognitivo, tiene un intervento dal titolo Le sette porte della meraviglia. È l’attesa a donarci l’accesso alla meraviglia. Fatti come siamo per cercare, la domanda su noi stessi e la realtà è un gioco infinito, inquietante e meraviglioso. La meraviglia non vuole nulla, se non perseguire il suo inestinguibile stupore estatico. L’ascolto attento del vento ci fa credere ad una sinfonia della natura. L’osservazione di una nuvola la trasforma in un volto. Ci creiamo individuandoci nella relazione con gli altri viventi, l’altra metà del nostro cielo, fonte della nostra ragione poetica, che emerge con l’empatia, e sentendo il mondo sentiamo noi stessi. Il thaûma, la meraviglia del divenire, si traduce in bellezza, mediante l’esperienza estetica. Si aprono così le porte della meraviglia e della bellezza; dell’estensione di noi stessi, delle nostre emozioni e sensibilità, per vie e modi che senza quella esperienza non si verificherebbero.
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