Una ragazza di 20 anni, Simona Cavallaro, il 26 agosto 2021 è stata uccisa a Satriano (Catanzaro) da un branco di cani da guardia di un gregge. A quasi due anni di distanza l'allevatore Pietro Rossomanno, accusato di essere responsabile della morte della giovane, è stato condannato a 3 anni di reclusione.
La storia di Simona Cavallaro è una tragedia per suo padre e la sua famiglia. Allo stesso tempo, però, mostra come il governo non sia riuscito a proteggere i suoi cittadini e a controllare il territorio.
Nel caso triste di Simona Cavallaro, infatti, la legge ha identificato un solo colpevole fino ad ora: il pastore Rossomanno. I cani di Satriano sono un altro elemento della storia. Sono stati rinchiusi e dimenticati in un rifugio il giorno dopo la morte di Simona. Ora vivono come se fossero in prigione, condannati da noi umani. Non possono però capire la loro colpa.
Nel nostro nuovo viaggio, abbiamo visitato i luoghi che Simona frequentava e abbiamo rivisto i cani che le hanno causato la morte. Volevamo vedere come le cose sono cambiate per loro in due anni e cosa succederà quando finirà il processo. Abbiamo esplorato il territorio che include le province di Catanzaro e Crotone in Calabria per capire se la morte di una giovane di 20 anni, che voleva solo fare un picnic, ha cambiato qualcosa nella gestione degli animali vaganti da parte delle amministrazioni territoriali.
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