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L'acqua diventerà preziosa come il petrolio?

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L'acqua dolce è solo il 3% circa dell'acqua presente sulla terra e le riserve negli ultimi 30 anni sono calate circa del 20% a causa di inquinamento e cambiamenti climatici.

Il 10% della popolazione mondiale oggi ha problemi a soddisfare il proprio fabbisogno d'acqua dolce e questa cifra sembra destinata a crescere nei prossimi anni. Problema che colpisce soprattutto i Paesi africani, una delle aree più aride del pianeta, ma non solo.

Secondo l’OCSE, entro il 2030 la richiesta di acqua supererà l’offerta del 40%. Questo vuol dire che quasi metà della popolazione mondiale affronterà problemi di stress idrico, ossia vorrà consumare più acqua di quella disponibile.

Così un futuro in cui gli Stati faranno perfino guerre per il controllo delle riserve idriche è pericolosamente realistico.

Questo ha portato alla creazione di strumenti finanziari per proteggersi dall'aumento dei costi dell'acqua, che però potrebbero anche essere oggetto di speculazione.

L'idea di creare strumenti finanziari legati all'acqua dolce è partita in California, dopo la grave siccità che ha colpito il territorio nel 2020.

In particolare a settembre di quell'anno CME e NASDAQ hanno annunciato la creazione dei primi futures sull'acqua dolce.

Da una parte servono, appunto, a proteggere da nuove variazioni di prezzo dovute a periodi di siccità. Dall'altra, così anche l'acqua sta diventando una risorsa, una materia prima, su cui poter investire.

Oltre ai futures, poi, sono in forte crescita anche azioni e obbligazioni legate ad aziende ed enti che operano con l'acqua. Il settore, infatti, vedrà il suo giro d'affari crescere molto nei prossimi anni. Secondo le stime, infatti, per garantire un accesso universale all'acqua servirebbero investimenti per 8.800 miliardi di dollari solo nei Paesi in via di sviluppo e da oltre 4 mila miliardi nei Paesi avanzati.

In Italia, per fortuna, la situazione a livello di riserve di acqua dolce è tra le migliori al mondo, tuttavia la Penisola è anche tra i Paesi in Europa dove stanno diminuendo a velocità maggiore, in una costante condizione di stress idrico.

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