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Come Jho Low è diventato il più grande truffatore della storia

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Jho Low può essere considerato il più grande truffatore della Storia. Non tanto per le dimensioni della sua truffa da circa 4 miliardi e mezzo di dollari. Per le dimensioni infatti il primo posto spetterebbe a Bernie Madoff. Il primato di Low dipende dal fatto che nessuno ha compiuto una truffa grande come la sua riuscendo, dopo esser stato scoperto, e tenere i soldi e non farsi catturare.

Da circa 10 anni su di lui pende un mandato di cattura dell'Interpol che non riesce a trovarlo. Secondo la teoria più diffusa, ciò grazie alla protezione dei servizi segreti cinesi, con cui Low avrebbe collaborato in passato. Inoltre, nonostante le occasionali notizie di avvistamento, c'è la forte possibilità che si sia sottoposto a radicali interventi di plastica facciale.

La storia di Jho Low, nato in Malesia, inizia nella scuola privata di Harrow a Londra. La sua famiglia è abbastanza facoltosa ma, rispetto ai suoi compagni di scuola, è tra i meno ricchi. Così, un po' per imbarazzo un po' per divertirsi, Low inizia a inventare storie presentandosi come un super miliardario.

In tanti ci credono e non sospettano niente, così il giovane si costruisce una fitta rete di contatti. Continua anche all'università in modo sempre più spinto, per esempio affittando macchine, vestiti e accessori di lusso con cui presentarsi. Così, tramite le persone che conosce fingendosi miliardario, entra in contatto con personaggi sempre più potenti, soprattutto tra le più potenti famiglie della Malesia, del mondo arabo e nel mondo dello show business e del cinema americano.

Tra i legami che stringe c'è anche Riza Aziz, figliastro del politico di primo piano e futuro primo ministro della Malesia Razak Najib. Tramite il figliastro, Low entra in contatto con Najib e, con le bugie che Low si è abituato a dire e le garanzie delle persone con cui è diventato amico, soprattutto sceicchi e celebrità di Hollywood, non c'era ragione di dubitare che sia un brillante imprenditore miliardario.

Low quindi, quando Najib vince le elezioni, lo convince a creare 1MDB, un fondo sovrano della Malesia. Fondo che avrebbe dovuto investire i capitali dello Stato per ottenere i fondi per finanziare progetti di sviluppo. Sulla carta è una buona idea ed è anche uno strumento comune per Paesi, come la Malesia, con una forte esportazione di materie prime tramite aziende controllate in buona parte dallo Stato. 1MDB quindi viene approvato dal governo del Paese asiatico in pratica senza alcuna opposizione.

Sulla carta è un'ottima idea. Il problema è il modo in cui Najib e Low useranno il fondo. Perché Najib comunque, è importante precisare, non sarà una vittima di Low ma un complice. Anche lui intascherà molti soldi prima di essere arrestato. Low, con il supporto soprattutto di alcuni dirigenti della PetroSaudi, crea una rete di aziende fantoccio in paradisi fiscali.

Aziende che il truffatore controlla direttamente. Low in teoria non fa parte dell'amministrazione di 1MDB ma collabora come consulente. I soldi del fondo sovrano, i fondi pubblici della Malesia, vengono però dirottati in buona parte nelle società di Low.

Di fatto la quasi totalità dei fondi di 1MDB finiscono in mano a Jho Low, che intanto continua a presentarsi al pubblico come un brillante imprenditore. Finanzierà anche la produzione del film "The Wolf of Wall Street".

La truffa va avanti per diversi anni ma dopo un po' in Malesia sorgono dei sospetti. Dovuti al fatto che il fondo sovrano non stava portando i risultati sperati. Quindi o lo si stava gestendo molto male o c'è sotto qualcosa di losco.

Così iniziano le indagini e alla fine, nel 2015, la truffa viene scoperta. Najib e molti altri complici di Low finiscono sotto processo e vengono arrestati.

Low però si aspettava che il gioco non sarebbe durato per sempre. Quindi aveva già preparato un piano di fuga.

Così, già prima del mandato di arresto prima malesiano e poi internazionale contro di lui, fa perdere le sue tracce.

Ad oggi Low è ancora latitante.

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