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Come le economie arabi conquisteranno il mondo

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Le economie dei Paesi arabi non hanno avuto un inizio facile. Dopo la decolonizzazione dal punto di vista commerciale erano quasi del tutto dipendenti dall’Occidente, l’unico a cui potevano vendere i loro prodotti. Per la quasi totalità materie prime.

I Paesi occidentali hanno continuato, anche con la decolonizzazione, a minacciare questi Paesi per controllarli. Infatti Paesi europei e Stati Uniti potevano affossare l’economia di uno semplicemente non comprando più da lui.

E come se non bastasse, nell'occasione della nazionalizzazione del Canale di Suez Francia e Gran Bretagna, con il supporto di Israele, intervennero perfino con gli eserciti.

Nel 1945 i Paesi arabi indipendenti si erano uniti nella Lega Araba, per riuscire collaborando a diventare davvero autonomi, politicamente ed economicamente. All’inizio però, a causa delle rivalità tra Stati arabi, la Lega non riuscì ad essere davvero incisiva.

Ci vorranno le guerre con Israele, in particolare quella dei Sei Giorni e quella dello Yom Kippur, a spingere i Paesi arabi ad unirsi davvero. A causa di un nemico comune. Così nel ‘73 riuscirono finalmente a mettersi d’accordo.

Per rispondere al fatto che la comunità Occidentale sosteneva con forza Israele e tiene sempre sotto minaccia gli arabi, decidono di reagire usando il petrolio. Di cui nel frattempo erano diventati i maggiori produttori globali.

Così tagliano la produzione ed impongono embarghi, portando il prezzo del petrolio a triplicare quasi da un momento all’altro.

Questo da una parte funziona nel colpire gli Occidentali, ponendo fine, con la crisi energetica degli anni '70, al boom economico europeo e americano.

Anche alla lunga però, visto che i prezzi del petrolio non sono tornati quasi mai a livelli bassi come prima del ‘73, sono diventati sempre più ricchi. Almeno quelli più ricchi di giacimenti.

Ma un contesto basato sull’esportazione di materie prime, con un prezzo molto variabile e per tante cause, non rende delle economie forti. Anche vista la necessità di importare prodotti finiti. In pratica vendono tanto a poco e comprano poco a tanto. Con quello che comprano realizzato anche con le stesse materie prima che hanno venduto.

Così dalla seconda metà degli anni ‘90 hanno capito sempre di più che per diventare davvero economicamente forti devono puntare sullo sviluppo, soprattutto industriale. Ed il modo migliore per farlo è collaborare tra loro.

Per questo hanno creato un’area di libero scambio araba, la GAFTA, a cui aderiscono tutti i principali Paesi della Lega Araba. E con la GAFTA e l’apertura di nuovi mercati, non più solo l’Occidente, con la globalizzazione le economie arabe hanno vissuto una crescita senza precedenti.

E questo nonostante le guerre, civili e non, che nel frattempo hanno colpito Nord Africa e Medio Oriente.
Per il futuro il piano è rendere la zona dei Paesi arabi uno dei più grandi centri industriali al mondo. Con programmi, abbastanza recenti, avviati da diversi Paesi, come Vision 2030 dell’Arabia Saudita.

Il loro segreto sarebbe la possibilità di avere petrolio a prezzi molto scontati rispetto al resto del mondo, il che farebbe ottenere loro un importante vantaggio competitivo.

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