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Federica Pellegrini - L'atleta italiana più forte di sempre

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Il senso naturale per lo spettacolo di Federica Pellegrini sta tutto in un video pubblicato su Instagram il pomeriggio del 26 luglio 2023. Da qualche giorno alcune riviste di gossip hanno iniziato a scrivere in modo sempre più invadente di una sua possibile gravidanza, e a lei questa cosa non ha fatto per niente piacere. Da qualche minuto, ai Mondiali di Fukuoka in Giappone, l'australiana Mollie O'Callaghan – nata nel 2004, l'anno della prima medaglia olimpica di Federica – le ha portato via il record mondiale dei 200 metri, abbassando di 12 centesimi l'1'52"98 che risaliva ai Mondiali di Roma 2009. E allora lei cosa fa? Mette insieme le due notizie: fa i complimenti a Mollie O'Callaghan e annuncia di essere incinta... così.
"We'll take it back!", ce lo riprenderemo quel record! Con espressione di sfida, con il caschetto biondo alla Uma Thurman in Kill Bill: e chissà se ci sarà davvero un sequel, come quello che Quentin Tarantino ha sempre promesso e non ancora realizzato. Nel caso, lo scopriremo non prima di una quindicina d'anni... Insomma avrete intuito che questa non è una semplice storia di sport che dura il tempo di quattro vasche, avanti-indietro-avanti-indietro. È qualcosa di più: una storia di spettacolo, piena di azione, di colpi di scena, cadute e resurrezioni, salti avanti e indietro nel tempo, una trama che rimbalza ai quattro angoli del mondo e vi farà stupire di quante cose può contenere la vasca clorata di una piscina olimpica da 50 metri per 25.

Budapest, sei anni prima
26 luglio 2017

Il 26 luglio 2017, ai Mondiali di Budapest, Federica Pellegrini è la più vecchia delle otto finaliste dei 200 stile libero. È una condizione con cui è scesa a patti già da qualche anno: era successo già quattro anni prima, a Barcellona 2013, il che non le aveva impedito di conquistare alle spalle della statunitense Missy Franklin un argento clamoroso, clamoroso soprattutto per com'era arrivato, senza allenamenti specifici sulla distanza, decidendo di gareggiare solo tre giorni prima. In uno sport come il nuoto, dove le generazioni si alternano ogni quattro anni da un'Olimpiade all'altra e infatti nel 2017 Missy Franklin è già il passato, pensate cosa può significare qualificarsi a un'altra finale a quasi 29 anni, e pretendere di essere ancora presa sul serio. Perché nella vasca della Duna Arena di Budapest Federica Pellegrini non solo è alla sesta finale mondiale consecutiva, ma è anche a caccia della sesta medaglia mondiale consecutiva. Stavolta però sembra che a tutto ci sia un limite: Federica è entrata in finale appena con il quarto tempo, nove decimi più lenta della grande favorita, Katie Ledecky, Stati Uniti, che in carriera tra Olimpiadi, Mondiali e Campionati Panpacifici ha disputato 17 gare individuali, coprendo tutte le distanze dello stile libero dai 200 metri ai 1500, e ne ha vinte... 17 su 17. Si gareggerà per il secondo posto: una condizione che a Federica Pellegrini fa un certo effetto. Da tanti anni si allena con la consapevolezza che non si può sempre vincere, che gli anni migliori – quelli di Pechino Roma e Shanghai – oramai sono alle spalle, e che a 29 anni anche l'ennesima medaglia mondiale avrebbe un valore inestimabile. Da un altro lato, però, c'è una voglia che non si può reprimere, un desiderio istintivo di fare la guerra, di vendere cara la pelle a tutte le altre: "not in my backyard", come dicono gli americani, non nel mio giardino, i 200 stile libero, casa mia. Sarà il DNA di famiglia, soprattutto da parte di madre: Cinzia Lionello, figlia di Gastone Lionello, ex campione italiano di lotta greco-romana negli anni Quaranta. Oppure si possono usare le parole di un gran pezzo di Cristina Donà, anno 2007, intitolato "Triathlon": "ho attraversato giorni da diluvio universale/ora so scivolare sull'acqua/è una questione orizzontale". Alle 17:29 è dunque il momento di affrontare un'altra questione orizzontale: la 29enne Federica Pellegrini del 2017, sale sul blocchetto numero 6, e inizia a trasfigurarsi, in un'altra Federica Pellegrini ideale, la solita splendida atleta di sempre: che non ha età, non ha acciacchi, non ha chilometri, che non invecchia, come il ritratto in soffitta di Dorian Gray, e che dà appuntamento a noi e a sé stessa ogni due anni, ai blocchi di partenza di un'altra finale mondiale dei 200 stile.

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