203 utenti


Libri.itTILÙ BLU NON VUOLE PIÙ IL CIUCCIOIL CIMITERO DELLE PAROLE DOLCIAMICHE PER LA VITA - Nuova edizioneICOSACHI E CAPPUCCETTO GIALLO CON LE STRISCE CATARIFRANGENTILINETTE – COMPAGNO DI GIARDINO
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Il debito pubblico spiegato in breve

ArcoirisTV
1.7/5 (27 voti)
Condividi Segnala errore

Codice da incorporare

Dimensioni video

Scheda da incorporare

Riproduci solo audio:
Arcoiris - TV
l debito pubblico italiano negli ultimi anni ha raggiunto i livelli più alti si sempre, sia in termini assoluti che in percentuale sul PIL. Ma come funziona il debito pubblico?

Gli Stati di norma fanno debito soprattutto attraverso la vendita di titoli di Stato. Obbligazioni che danno a chi le possiede il diritto a riavere indietro il capitale investito più un interesse annuo.

Come insegna il particolare caso giapponese, quando si parla di debito non contano solo le dimensioni ma anche chi lo detiene ed a che condizioni, la struttura del debito, ed il modo in cui si spende.

Nella struttura del debito, in particolare, un elemento fondamentale è la quota detenuta da enti pubblici e quella in mano ai privati. Affidarsi ai privati può essere utile per far stabilire al mercato quanto uno Stato possa o non possa fare debito in base alla situazione in cui si trova.

Di contro, però, lasciare troppo peso al mercato ha l’effetto negativo di rendere la valutazione dei titoli di Stato più volatile. Soprattutto con il rischio che una momentanea minore fiducia dei creditori faccia schizzare in alto i tassi di interesse, che devono essere alzati se la domanda è troppo bassa.

Nel 2010 il debito italiano era anche più basso che oggi. Eppure, vista la diversa struttura del debito allora quasi tutto in mano ai privati, al tempo il rischio default per l’Italia era molto più concreto che oggi.

Il motivo sta proprio nel fatto che nell’ultimo decennio la struttura del debito pubblico italiano è cambiata molto. In particolare con un forte aumento della partecipazione di enti pubblici, in particolare Banca d’Italia e BCE.

Questo cambiamento fa sì che oggi la situazione sia nettamente più stabile che con la crisi dei debiti sovrani dopo il 2010. Nonostante oggi il debito sia più alto.

Purtroppo, però, una cosa cambiata molto meno della struttura del debito è il modo in cui si spende il debito.

Da una parte c’è il peso della spesa pubblica detta improduttiva, che non genera nuova ricchezza. Soprattutto, però, a pesare sulla spesa pubblica italiana, rendendola efficiente sono gli sprechi e la corruzione, che secondo le stime costano decine di miliardi di perdite ogni anno alle casse pubbliche italiane.

Nei prossimi anni il rapporto debito PIL dovrebbe scendere ma potrebbe tornare a crescere dopo il 2026, a causa dei tassi di interesse diventati più alti.

Visita: startingfinance.com


Per pubblicare il tuo commento, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Riceverai una email con la richiesta di conferma.