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BRICS: Russia, Cina e India guidano l'alternativa al G-7

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Negli anni ‘90 gli Stati Uniti sembravano consacrati come unica potenza egemone al mondo. Quasi subito, però, la situazione è cambiata. Secondo Goldman Sachs, infatti, 4 Paesi sono destinati a diventare nuove superpotenze, i BRIC, ovvero Brasile, Russia, India e Cina.

Questi Paesi, messi insieme nelle analisi di Goldman Sachs, decideranno di trasformare il gruppo in una vera e propria organizzazione sovranazionale. Sia per stabilire strategie comuni sia per non essere soggetti ad enti visti come troppo vicini all’Occidente.

Nel 2010 decidono di includere nel gruppo anche il Sudafrica diventando BRICS, con la “S”.

Nel tempo hanno creato anche una loro Banca Mondiale ed un loro Fondo Monetario Internazionale, ovvero la New Development Bank ed il Contingent Reserve Arrangement. Sono diventati un’organizzazione di Stati sempre più indipendente e autorevole. Con diversi Paesi che si stanno avvicinando ad essa.

L’autonomia decisionale e organizzativa, però, non si traduce in un’autonomia economica. Le economie dei BRICS, infatti, dipendono molto dalle esportazioni. Oggi però in effetti le economie di quasi tutti i Paesi, con l’eccezione di casi estremi come la Corea del Nord, sono tra loro interconnesse.

I BRICS sono diventati in tutto e per tutto un ente di forte rilievo nel contesto internazionale. Alla fine, però, a dominare il gruppo sono diventate quasi solo Cina e India. Gli altri membri del gruppo, ad eccezione del Sudafrica aggiunto dopo, non sono cresciuti come previsto da Goldman Sachs.

La mancata crescita ha colpito soprattutto i Paesi esportatori di materie prime, quindi Russia e Brasile, ma non Cina e India, incentrate invece sull'esportazione di prodotti industriali e servizi.

Il gruppo ha di certo dei limiti ma, nel complesso, la sua forza negli anni è aumentata molto. Tanto da esser diventato un’organizzazione speculare al G-7. Con il ruolo degli Stati Uniti ricoperto dalla Cina.

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