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Una politica alternativa sulle droghe: La ragione contro l'intolleranza

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Presiede: Alessandro Oria
Partecipano: Peter Cohen, sociologo, dell'Università di Amsterdam; don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova; Claudio Cippitelli, responsabile del Coordinamento Nazionale Nuove Droghe; Franco Corleone, presidente di Forum Droghe.
Visita il sito: www.rototomsunsplash.com

3 commenti


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6 Ottobre 2006
18:45

don gallo il migliore!!! io ero presente durante il"convegno" e vi assicuro interessantissimo! ps: consiglio a giovanni di riguardarlo attentamente!!non incentiva nessuno a fare uso di droghe, ma parla di eccessi di proibizionismo e dall'altra parte naturalmente della legalizzazione di droghe leggere, considerate, come quelle pesanti, se non peggio! grazie per lo spazio luca

luca

24 Luglio 2006
21:01

Mi è sembrato che non si sia affrontato il problema droga nella sua complessità, ma solo dalla parte di chi vuole la libera circolazione delle sostanze. Mi è sembrato, infatti, si volesse quasi incentivare a fare uso di sostanze, tanto non fanno male, non producono dipendenza. Affrontarlo solo dal punto di vista della legalizzazione o meno è, a mio avviso, riduttivo. La riduzione del danno, poi, non è tale: in realtà si produce una diminuzione della dignità della persona e di cosa significhi vivere pienamente da essere umano. Non sono un esperto di sostanze, ma il mio approccio non è né medico, né tossicologico, ma centrato sulla persona ed i suoi disagi. La mia poca conoscenza la devo ai miei compagni di scuola, di militare (alcuni hanno fatto e continuano a fare uso di spinelli e vi posso garantire che non era, e non è, possibile affrontare qualsiasi discorso con loro, non per divergenza di opinioni, ma per mancanza di capacità di comunicazione ed osservazione critica di qualsiasi fatto ed avvenimento) e ad altri giovani e genitori che hanno vissuto in prima persona l'esperienza di un figlio tossicodipendente, superata grazie al "Progetto Uomo" del CEIS. Sono queste persone che mi hanno parlato della dipendenza prodotta da queste sostanze (fumo compreso): non si comprenderebbe, altrimenti, la durata di un recupero terapeutico (Anche Don Gallo ha parlato delle sue comunità e mi piacerebbe sapere quanto durano e che percorso terapeutico-educativo adottano). Queste persone mi hanno parlato e mostrato cosa vuol dire veramente vivere liberi da ogni dipendenza. L'intervento finale, in cui si afferma che fumare, anche in abbondanza, è segno e voglia di essere se stessi, stride fortemente con il messaggio trasmessomi dalle persone che ho incontrato: è tutto il contrario. Perché fumare per sentirsi liberi? Se mi sento libero non ho bisogno di fumare e non è certo il fumo che mi permette di esserlo (sarebbe un chiaro segno di non libertà). Il discorso è valido per ogni tipo di sostanza (eroina, cocaina, ecstasy ..., alcool, psicofarmaci ...) e tante altre dipendenze non legate a sostanze. Il problema principale non è nella sostanza ma in ciò che spinge una persona a farne uso. Non sono per la tolleranza zero (anche se approfondirei il significato del termine tolleranza), ma allo stato attuale temo che un messaggio del genere sia pericoloso per moltissimi giovani ed adulti (i giovani di ieri ed, in alcuni casi, purtroppo, i manager di oggi), non certo pienamente stabili e con valori positivi. Parlare di sostanze in questo modo (perché c'è chi abusa di alcool, perché c'è la guerra, perché ci sono migliaia di altre cose) non so se aiuta a focalizzare il problema. Saluti.

Giovanni

22 Luglio 2006
11:01

Un filmato davvero interessante. Offre ottimi spunti di riflessione, lontani dai soliti noiosi moralismi. P.S: Complimenti ad Arcoiris TV. Ciao!

Valerio