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Come Calisto Tanzi ha causato il crac Parmalat

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Dagli anni '90 ai primi anni 2000, Parmalat è tra le più grandi multinazionali italiane. Calisto Tanzi, il suo fondatore, è un simbolo dell'imprenditoria italiana. Il fatturato è di quasi 8 miliardi di euro, il più alto nel settore alimentare italiano. Il Parma di Tanzi vince coppe in Italia e in Europa, grazie a campioni come Buffon, Chiesa e Veron.

Eppure, nel 2003, Parmalat non riuscirà a ripagare i suoi debiti e dovrà dichiarare fallimento. Scoppia il caso Crac Parmalat. Calisto Tanzi e i suoi collaboratori, primo tra tutti Fausto Tonna, vengono arrestati. È il più grande caso di bancarotta fraudolenta nella storia europea. Ma di preciso cos’è successo?

Calisto Tanzi nasce a Collecchio, in provincia di Parma, nel 1938. Nel 1961 fonda un'azienda specializzata nella produzione e distribuzione di latte. La chiama Dietalat. Due anni dopo, la rinomina Parmalat.

Già nel 1962, grazie ad una fitta rete per le vendite di latte porta a porta, riesce a
fatturare 260 milioni di lire. Grazie all'introduzione della tecnica UHT e dei contenitori rettangolari, usati ancora oggi, Parmalat si espande. Negli anni '70 inizia ad investire in squadre ed eventi sportivi come sponsor, e acquisisce diverse aziende rivali in Italia.

Nel 1980 il fatturato di Parmalat tocca 350 miliardi di lire (€850 milioni di oggi, considerata l'inflazione). Nel 1990 fattura 1.100 miliardi di lire (€1 miliardo di oggi).
Parmalat decide di quotarsi in borsa. Nel frattempo, il Parma di Calisto Tanzi inizia una carriera stellare sia in Serie A che nelle coppe nazionali e internazionali.

Già nel 1984, però, Mediobanca lancia un primo segnale di pericolo. Le cifre sull'indebitamento di Parmalat non quadrano. Con 50 miliardi di lire da pagare in debiti e 10 miliardi di utile, Parmalat non sembra avere le risorse per continuare a crescere. Tanzi però vuole continuare a espandere il suo impero.

Quando nel 1990 Parmalat si quota in borsa, i debiti sono tutti spariti. Infatti, Fausto Tonna, fedelissimo di Tanzi e direttore finanziario della compagnia, stava lavorando già da 5 anni a nascondere le difficoltà nei bilanci. Utilizza due società, Curcustle e Zilpa, con sede nelle Antille Olandesi. In seguito, si sposterà alle isole Cayman con la Bonlat e il fondo Epicurum.

Parmalat inizia ad emettere fatture false, i cui incassi sarebbero investiti in Bonlat ed Epicurum. Ma la verità è che Parmalat, senza le falsificazioni di bilancio, ha chiuso quasi ogni anno in perdita dal 1990. Fausto Tonna e Calisto Tanzi hanno tirato troppo la corda.

Tanzi e famiglia sono tanto tranquilli da iniziare ad usare la società come un bancomat. I Tanzi, si scoprirà nelle future indagini, si sono appropriati di oltre 2 miliardi di euro.

Nel 2003 scoppia lo caso: ha inizio il Crac Parmalat. Parmalat non riesce a ripagare un prestito da €150 milioni di euro. L'azienda dichiara di non poter pagare il debito in quanto non riesce ad accedere ai suoi 600 milioni di euro depositato nel fondo Epicurum. Quei soldi sono spariti, in realtà non erano mai esistiti. Così come, si scoprirà poco dopo, non è mai esistito il conto da 4 miliardi della Bonlat.

Il 12 Dicembre 2003 viene assunto Enrico Bondi come superconsulente. Quasi subito, scopre che le casse della società sono vuote. Il 15 dicembre Tanzi e Tonna si dimettono. Enrico Bondi assume il controllo della societàe denuncia Tanzi, Tonna e gli altri coinvolti.

Il 23 Dicembre le azioni di Parmalat vengono sospese dalla Borsa. Il 26 Dicembre Calisto Tanzi, Fausto Tonna, e gli altri amministratori vengono arrestati.
Tanzi, il principale responsabile, sarà condannato a 18 anni di reclusione. Tonna, invece, sarà condannato a 9 anni di carcere dopo un lunghissimo processo. La sentenza definitiva è arrivata solo a febbraio 2021.

Oggi, Parmalat continua ad operare, ma è molto ridimensionata. Nel 2005 creditori e società si sono messi d'accordo, e la società è stata riammessa in borsa. Nel 2011 Parmalat viene acquistata dalla francese Lactalis, che oggi detiene più del 90% della società.

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