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Come Bernie Madoff ha truffato Wall Street e Hollywood

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Bernie Madoff ha costruito lo schema Ponzi più grande della storia.
Prima del 2008, il suo fondo era uno dei più grandi di Wall Street. Era famoso per i rendimenti che garantiva ai suoi clienti, fino al 20% annuo. Rispettatissimo nei salotti dell’alta finanza americana. Presidente del NASDAQ, ha contribuito all’innovazione del mondo degli investimenti.

Ma dietro a tutto questo, si nascondeva una truffa da 65 miliardi.

Bernard Lawrence Madoff, Bernie per gli amici, nasce a New York nel 1938. Ha due interessi: il nuoto e Ruth, unico amore della sua vita dai tempi del liceo.

Nel 1960, si laurea in scienze politiche alla Hofstra University.
Lo stesso anno, Madoff prende la licenza da broker e fonda la Bernard L. Madoff Securities insieme alla moglie.
Il capitale iniziale con cui apre la società sono 55 mila dollari.

Non è chiaro se lo schema Ponzi di Madoff sia iniziato in questi primi anni, negli anni ‘80 o più tardi. Madoff dirà che la truffa ha avuto inizio nel 1991.

La sede della Madoff Securities si trova a New York, al Lipstick Building. Al 18esimo piano c’è l’ingresso principale e una sala riunioni. Al 19esimo piano c’è l’ufficio dove si svolgono le attività principali della società. Mentre al 17esimo piano avvengono le “magie” finanziarie.

Madoff ha due attività: una è legale, l’altra no. La prima, punta sulla tecnologia per competere con i big di Wall Street. In questo modo, creano un nuovo sistema telematico che nel 1971 darà vita al NASDAQ. Così, riesce a crearsi un vantaggio competitivo notevole che gli porterà sempre più clienti.

Ma cosa succedeva quindi al 17esimo piano? Sulla carta, un’attività di consulenza per investimenti.

Qui, lavora un team guidato da Frank DiPascali, braccio destro di Madoff. Il loro compito è quello di creare degli scambi fittizi di azioni che possano giustificare gli alti rendimenti del fondo.

Quando chi aveva investito nel fondo di Madoff, vedeva che effettivamente il ritorno del 10% promesso veniva versato sul suo conto, consigliava ad amici o parenti di investire a loro volta.

Così facendo, grazie al passaparola, nel giro di qualche decennio Madoff era arrivato a gestire un capitale di vari miliardi di dollari. Tra gli altri, anche molta gente di Hollywood ha deciso di affidarsi a Madoff, tra cui Steven Spielberg.

Così, come ogni schema Ponzi, i rendimenti dei vecchi investitori sono generati dal capitale dei nuovi investitori.
Il problema viene fuori solo se a chiedere il rimborso sono la maggior parte dei clienti.

Tutto procede a gonfie vele, eppure già dagli anni ‘90 alcuni all’interno di Wall Street iniziano a dubitare dei rendimenti di Madoff.

Quando il mercato andava su, il fondo di Madoff guadagnava; quando il mercato andava giù, il fondo guadagnava lo stesso.

Tra i più diffidenti di Wall Street troviamo Harry Markopolos. Secondo quanto detto da Markopolos stesso, gli è bastato osservare un flusso di cassa di Madoff per capire che i conti non tornavano.

Markopolos decide di consegnare i suoi studi alla SEC. Nel 2006 decide di avviare un’indagine. Dopo due anni, la SEC chiude l’indagine per mancanza di prove.

Quando nel 2008 la crisi dei mutui subprime fa collassare la borsa di New York, il castello di carte di Madoff inizia a crollare.
Si perché, vista la situazione, molti di quelli che avevano affidato i loro soldi a Madoff, li chiedono indietro.

Nel momento in cui Madoff si rende conto di non poter ripagare la maggior parte dei suoi clienti, crolla emotivamente e confessa tutto ai figli. E i figli lo denunciano alle autorità. L’11 Dicembre 2008 viene arrestato dall’FBI.

Nella sentenza Madoff viene condannato a 150 anni di carcere per frode. Non li sconterà tutti perché morirà in carcere per cause naturali nel 2021. L’ammontare della truffa si aggira intorno ai 65 miliardi di dollari.

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