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Francesco Giglio - Desiderio di vita e di morte negli adolescenti

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La questione della vita e della morte è tema umano fondamentale e lo è specialmente in adolescenza, a partire dall’esperienza che ognuno fa dell’incontro con cambiamenti del corpo, non cercati né programmati.

Ogni soggetto, in quest’epoca, incappa in un fatto pratico che rivela una verità vitale rifiutata nel nostro tempo: non siamo padroni neppure del nostro stesso corpo. Nel passaggio da bimbo a giovane la trasformazione si produce in modi non prevedibili né controllabili. La pubertà è un fatto biologico, segue tempi non calcolabili e coincide con l’accesso alla dimensione sessuale adulta.

L’adolescenza corrisponde all’elaborazione psichica conscia e inconscia di questa nuova posizione sessuata e della solitudine costitutiva che la caratterizza. Per questo non si tratta solo di una crisi ma di qualcosa di ben più radicale, un fenomeno che somiglia molto a una morte seguita dalla successiva rinascita. La metafora del baco e della farfalla è qui chiarificatrice, il bambino che c’era prima, proprio come il baco, all’improvviso non c’è più, non potrà più tornare, compare al suo posto la farfalla la giovane donna o il giovane uomo che lo ha sostituito e che, consciamente e inconsciamente è chiamato a cercare e occupare il proprio posto nel mondo.

Simile questione inaggirabile è collegata allo sviluppo umano e riguarda ogni figlio e ogni genitore entrambi chiamati alla necessità di fare il lutto del bambino perduto. Affrontare il tempo di cambiamento tumultuoso a cui la vita sta chiamando per il giovanissimo è una scelta senza alternativa. Com’è evidente le opportunità vitali potenzialmente si dispiegano ora in ogni direzione, così pure gli inciampi e i rischi possono provenire da diversi ambiti. Il pericolo non è solo esterno ma è soprattutto interno. Fare il lutto del bambino e del suo mondo perduti, affrontare il nuovo senza la rete protettiva ormai per molti versi inservibile dei genitori, la solitudine e le delusioni che derivano dall’incontro amicale, quella prova della verità che è la sessualità adulta, sono tutti aspetti che rendono la sfida della crescita appassionante quanto difficile e pericolosa.

Depressione, rifiuto della vita, tentato suicidio e suicidio riuscito rappresentano su una scala di gravità crescente modi disfunzionali e sintomatici impiegati in particolar modo dall’adolescente per trattare il male di vivere. L’assenza di esperienza pregressa cui appellarsi espone il giovanissimo a una radicalità del dolore maggiore di ogni altra fase della vita. Come conservare una posizione di aiuto per i nostri figli? Possono i giovanissimi aiutare i loro amici in difficoltà? Come riconoscere e trattare la differenza fra una comune tristezza e fenomeni clinici che richiedono l’attivazione di un percorso di cura?

Queste le principali domande che metteremo al lavoro durante il nostro incontro con la mira di ampliare saperi, opportunità e consapevolezza di una questione fondamentale per il presente e per il futuro.

Registrazione dell'incontro svoltosi a Feltre, Museo Diocesano Belluno Feltre, il 14 ottobre 2022.

Visita: www.visitfeltre.info


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