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Come Mario Draghi ha evitato il fallimento dell'Euro

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Mario Draghi è considerato da molti il principale responsabile della fine della crisi europea del debito sovrano del 2012. Con il suo "whatever it takes" ha rassicurato i mercati ed evitato la fine dell'euro. Con Draghi, l’UE ha dimostrato di poter restare unita anche in momenti di difficoltà, a differenza di quanto sostenevano diversi economisti in quel periodo.

Tutto ha inizio con la crisi dei mutui subprime in America: la crisi del 2008. Il crollo causerà un effetto a catena che colpirà l’economia americana e, di conseguenza, anche l’economia mondiale. Per i cosiddetti paesi "PIIGS", ovvero Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, il contraccolpo sarà maggiore, in quanto queste economie erano già parecchio indebitate prima della crisi.

Nell’autunno del 2009 la Grecia rende nota la situazione disastrosa dei suoi conti. Il primo ministro George Papandreou dichiara che il precedente governo aveva falsificato i conti per poter entrare nell’Unione Europea. Questo evento segna l’inizio della crisi del debito sovrano in Europa.

Nel 2010 i paesi dell’Eurozona approvano insieme al Fondo Monetario Internazionale un piano di salvataggio per la Grecia da 110 miliardi di Euro. Sono gli anni della Troika: l'UE richiede alla Grecia riforme sostanziali per risanare il debito. L'impatto sulla popolazione greca sarà disastroso, con moltissimi greci che perderanno lavoro e risparmi. Nel 2011 sarà poi il turno di Irlanda e Portogallo.

In Italia, la situazione non è molto diversa da quella di Grecia e Portogallo. I telegiornali parlano continuamente di "spread". In generale il termine spread indica la differenza tra due valori. In questo caso due tassi di rendimento. Il rendimento delle obbligazioni italiane e delle obbligazioni tedesche.

A Luglio 2011 lo spread è a 225 punti: la politica italiana è nel caos più totale. A settembre arriva il temuto downgrade dell’agenzia di rating Standard & Poor’s. A novembre 2011, lo spread tocca il suo massimo di sempre: 574 punti.

Il Presidente Berlusconi è obbligato a dimettersi. E’ il 12 novembre 2011. Allora il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affida a Mario Monti l’incarico di formare un governo tecnico.
Il governo Monti si trova ad applicare politiche per appianare il debito italiano. E’ un periodo di austerity con forti tensioni sociali. E molti puntano il dito verso le ingerenze europee nelle politiche nazionali.

Sono anni difficilissimi per la BCE. Per dare una smossa alla situazione delle banche europee,
il nuovo presidente della BCE, Mario Draghi, mette in atto una serie di manovre di politica monetaria. Viene stilato un piano di rifinanziamento a lungo termine, o long term refinancing operation (LTRO). Ma non basta. Bisogna riguadagnare la fiducia dei mercati. E a riuscirci sarà proprio Mario Draghi.

Il 26 luglio 2012, Draghi tiene un discorso alla Global Investment Conference di Londra. Con le sue parole, Draghi spiega che l’Unione europea e l’area euro stanno crescendo.

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