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La lezione scomoda di Tullio Contiero

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Il tempo in cui viviamo è caratterizzato da grandi potenzialità conoscitive e da grandi tentazioni. Nuovi strumenti di relazione tra gli individui e scambi di conoscenze convivono con suggestioni e modelli mediatici che inducono all'individualismo, all'autoreferenzialità nel valutare concetti come giustizia e verità. Eppure basta andare appena oltre la superficie delle parole per cogliere significati più profondi: la “verità” come “aletheia”, ciò che non si può dimenticare, convive con la “verità” come “apocalypsis”, ciò che si scopre, si disvela. Entrambe le accezioni presuppongono adeguatezza comunicativa e congrue competenze linguistiche per poter essere comprese e valorizzate nella storia della comunità. Anche la parola giustizia – e ancor più la giurisdizione che ne costituisce l’attuazione sociale – è legata all'espressione “ius dicere” che indica la lingua come strumento primario mediante il quale una comunità riflette sulle regole e sulla necessità del loro rispetto. La crisi di una società è riscontrabile anche nella crisi delle parole e dei linguaggi, nella perdita generalizzata di quell'insieme di significati e di esperienze senza cui non possono aversi nuovi strumenti cognitivi per affrontare realtà sempre più complesse. Competenze linguistiche alte e diffuse in una comunità sono quindi un prerequisito della democrazia. L'impegno delle Istituzioni e delle Associazioni alla diffusione di quelle competenze qualifica il loro interesse alla crescita delle comunità. Con questi incontri Magistratura Democratica intende offrire ai cittadini l'opportunità di interrogarsi su temi che riguardano la vita democratica e di acquisire una più precisa consapevolezza su un periodo oscuro e tragico della storia italiana sconosciuto a molti giovani. E’ forte la convinzione che educare alla umiltà conoscitiva e alla precisione nella comunicazione sia reale manifestazione di rispetto e onestà intellettuale verso i propri simili. E' questa anche la lezione attualissima che, a 50 anni dalla sua pubblicazione, proviene dall'opera "Esperienze Pastorali" di don Lorenzo Milani. Colui che dall'alto di una sperduta parrocchia di montagna seppe spalancare una finestra sul mondo, trasformando l'isolamento in cui era costretto in una esemplare testimonianza di elevazione civile, coerenza morale e spirito di servizio a favore dei più deboli. 23 ottobre 2008 Barletta, Sala Rossa del Castello Saluti: Ing. Nicola Maffei Sindaco di Barletta. prof. Tullio De Mauro (già Ordinario di Linguistica generale, Professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma e già Ministro della Pubblica Istruzione) Sulle vie (interrotte) della democrazia della parola: ripensando all’Articolo 3 della Costituzione e a Esperienze pastorali di don Lorenzo Milani. Coordinatore degli incontri: Francesco Messina, Giudice presso il Tribunale di Trani. Guarda la prima parte

Visita: www.mediconadir.it

Visita: www.centrostudidonati.org


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