La fine del 2011 coincide con l'aumento delle provocazioni degli Stati uniti novelli padroni del pianeta. La serie di guerre che hanno imposto mediante il trucco di assoldare bande di delinquenti manovrati dai servizi segreti non potrà dare buoni frutti.

Il naufragio del Concordia ancora una volta rivela aspetti inquietanti legati alle leggi del profitto che hanno voluto navi passeggeri sempre più grandi per abbassare i costi. L'uomo non è che una rotella del meccanismo che qualche volta può incepparsi.

Strani guanti di protezione dagli incendi che producono ustioni ai pompieri che li usano, una grossa partita acquistata non da un inesperto qualsiasi, ma dal Comando nazionale dei Vigili del Fuoco. Incompetenza, o interesse particolare di qualche funzionario?

In pochi anni il Movimento 5 stelle si è fatto largo precorrendo i tempi con le denunce del suo massimo animatore, puntuali, documentate e dirompenti. Una mina nel disfatto mondo politico (anche se i difetti in attesa di essere corretti non mancano)..

Sandro Bondi, ex comunista migliorista, invece di vigilare sulla conservazione e restaurazione delle opere d'arte le ha affidate, specie quelle della necropoli di Pompei, ad amici faccendieri che hanno speso somme enormi senza neppure consolidare gli edifici.

In via Tasso a Roma c'è il Museo della Liberazione ricavato in locali tristemente famosi dove i partigiani e i resistenti venivano interrogati e torturati dai nazifascisti. Il governo Berlusconi gli ha tagliato i fondi e il museo rischia la chiusura.

Mario Monicelli, uomo di buon senso, durante una intervista disse che quando i popoli non ne possono più fanno la rivoluzione. Si direbbe che i mondi finanziari e politici facciano di tutto per portare i cittadini sull''orlo della disperazione.

L'ascendente di Gheddafi sulla sua gente gli ha permesso di resistere alla canaglia che ha gettato il paese nel caos. L'Italia per il voltafaccia berlusconiano e l'incitamento alla guerra di Giorgio Napolitano si conferma paese inaffidabile e traditore.

Allarme per molti industriali italiani per le rivolte di Albania e Tunisia e ora anche Egitto dove hanno trasferito le loro fabbriche fruendo di mano d'opera di centinaia di migliaia di braccia a costi che vanno da 140 a 250 euro mensili per ciascun lavoratore.