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2 Gennaio 2009 09:12

Maurizio Chierici: Cinquant’anni di Fidel: Cuba è cambiata ?

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di Maurizio Chierici

Cominciano i racconti di chi racconta Cuba 50 anni dopo la vittoria di Castro, lider maximo ormai nell'ombra ma teologo irriducibile del comunismo < per sempre >. La malattia e il mondo che cambia hanno trasformato la sua rivoluzione nelle riflessioni di un pensionato attivo nel potere: le distribuisce ogni settimana per confermare che la coerenza funziona. L'infelicità dei popoli attorno dovrebbe dimostrarlo. Messico con venti decapitati al giorno, Centro America insanguinato, Haiti dove uomini e donne restano zombi. Il pericolo numero uno dell' America che comanda non abita più all'Avana: Chavez gli ha rubato il posto. L'oscuramento del capitalismo conferma per Fidel l' isola felice, ma felice quanto ? Cinquant'anni di analisi contrapposte raccontano due verità che in questi giorni resuscitano argomenti ugualmente motivati: povertà, decadenza quotidiana, libertà di stampa che non esiste, centralismo ossessivo che la crisi ( dell'Avana, non universale ) riempie di crepe mentre i ragazzi cubani inseguono come tutti i ragazzi telefonini e computer, sogni e rabbie. Che l'embargo sia finito lo assicura anche il cancelliere Perez Roque: < Non siamo più isolati: l'Europa e ogni paese latino trattano con noi >. L'attenzione all'educazione scolastica l'ha trasformata nell'angolo più istruito del mondo. Consola i bilanci esportando cultura: vaccini che fanno morire i topi ( solo topi ) delle megalopoli cinesi, medici ed infermieri che Chavez paga in petrolio per non parlare di chi insegna la scrittura ai diseredati delle Ande. Insomma, Cuba maestra di vita. Nelle pieghe delle abitudini quotidiane la vita resta agra. La libreta, tessera alimentare per tutti, non basta alla fame. Il mercato nero e il mercato in pesos convertibili ( valgono più dei pesos dei cubani qualsiasi ) dividono la gente in classi senza paracadute e classi modestamente privilegiate. Fidel si è lasciato consigliare solo vent'anni fa quando i russi sono scappati e il turismo intiepidiva la solitudine di un paese troppo solo. Taxisti, camerieri, paladares, quei ristorantini che cucinano in casa, animano un'economia a lungo sconosciuta. Nuovi benestanti ( tra virgolette ) ma professori che fanno due mestieri per sbarcare il lunario. Medici e ingegneri lasciano la professione di stato avvilendo la scienza nel bracciantato per imprese straniere. Spariscono gli agronomi indispensabili alla trasformazione di un paese avvilito dalla monocoltura. Lo zucchero governato dagli americani era diventato lo zucchero imposto da Mosca. Eredità 2000 desolante: produzione in ginocchio con fabbriche- cattedrali abbandonate, ruderi di un passato da seppellire. Ormai Cuba compra zucchero negli Usa: ogni anno la produzione cala, serve a imbottigliare rum. E l'Avana importa carne e riso dalle multinazionali nazionalizzate negli anni ruggenti: é il decimo cliente delle esportazioni yankee. Eppure resta l'angolo delle americhe dove la gente vive di più. Quasi due milioni di pensionati e quasi mille centenari: la dieta funziona. Ridotta all'osso. La povertà quasi assoluta degli anziani è al 23 per cento. Un altro 20 per cento giovane sta precipitando. Fidel è sempre lì. Le sue prediche suscitano una trepidazione che può sembrare amore perché tre quarti dei cubani sono nati e vissuti ascoltando discorsi che hanno cresciuto generazioni con entusiasmi esibiti e desideri trattenuti ma nessun afrocubano può immaginare il futuro senza l'uomo al quale deve la dignità di cittadino quando anche i vescovi e i preti li avevano dimenticati nelle campagne senza chiese. Il 31 dicembre 1958 il dittatore Batista attraversava il salone dell'hotel Nacional camminando verso l'uscita. Sorrideva ammiccando ai cortigiani che tremavano per i barbudos ormai alle porte: < Tranquilli, vado in un certo posto e torno per il brindisi >. Il so aereo aveva i motori accesi; vola nell'esilio milionario di Santo Domingo. Il primo ad entrare all'Avana è il Che, secondo Cienfuegos: l'8 gennaio trionfa Fidel. L'11 gennaio, < Bohemia >, settimanale d'opinione, dedica un numero speciale alla nuova speranza: un milione di copie. Copertina per Fidel; madre e sorelle di Fidel e Raul si inginocchiano davanti alla Vergine del Cobre per ringraziare del miracolo dei ragazzi tornati sani e salvi. Titolo del corsivo ispirato da Castro, < Contro il comunismo >. < Non è possibile la più piccola convergenza fra chi continua ad emancipare il popolo e coloro che hanno schiacciato la libertà di 12 paesi europei e l'inerme popolazione ungherese…La rivoluzione che avanza, inarrestabile e cubana, non ha nulla da spartire coi nemici della libertà >. Mosa maledetta. Poi i colonnelli di Batista, inquadrati dalla Cia, provano a rovesciare il governo nello sbarco fallito alla Baia dei Porci. Comincia l'embargo e arriva Mosca: la sua ambasciata diventa un gigantesco ministero che cambia la vita di tutti, e le idee di Fidel. Intellettuali e ragazzi sparsi nel mondo cominciano a discutere: la democrazia centralizzata è dittatura o modello della nuova libertà alla quale ispirare un futuro uguale per tutti ? Cuba si trasforma in uno snack nel quale pescare la conferma di entusiasmi e sentimenti ostili. Diventa un problema delle generazioni del nostro mondo. Per anni Castro infiamma, impaurisce, delude. Scappano gli amici che lo avevano seguito e cambiano bandiera i cuori infedeli. Nuovi amici e nuovi cuori nutrono il mito, ma sempre meno. Mezzo secolo dopo Cuba resta un paese orgoglioso anche se eternamente dipendente da realtà economiche lontane e con una storia della quale si sono perduti i contorni reali. Fidel insiste: nessuna contaminazione capitalista, Cina e Vietnam sbagliano. Rilancia l'ortodossia alle spalle di Raul, aspettando Obama. ******************************************************* Gli undici presidenti Usa di Fidel Quando Fidel Castro entra all'Avana, il generale Eishenower sta per lasciare la Casa Bianca. La presidenza Kennedy dura appena mille giorni. Le indiscrezioni vogliono che l' accordo sui missili con Kruscev abbia garantito la non ingerenza Usa nella politica cubana. Insomma, sopravvivenza politica di Castro anche se i servizi segreti ne hanno attentato la vita decine di volte. Johnson è troppo impegnato in Vietnam per occuparsi davvero di Cuba. Nixon allarga l'influenza dei cubani esuli a Miami: Radio Marti diventa una spina nel fianco dell'Avana. Il presidente Ford non vuol perdere la lobby anticastrista della Florida pensando alle elezioni. Per Carter è una follia lasciare ai russi totale influenza e il rappresentante d'affari Usa all'Avana, Wayne Smith, raccoglie il consenso di Fidel e della Casa Bianca in un documento di riconoscimento da rendere pubblico dopo la riconferma di Carter alla presidenza. Vince Reagan e torna il gelo. Gelo che continua con Bush padre e non si scioglie negli otto anni della presidenza Clinton. Bush figlio indurisce l'embargo rimpicciolendo le rimesse familiari dagli Usa all'Avana e tagliando i viaggi. Anche perché la famiglia Bush governa la Florida ed ha bisogno della stampella degli anticastristi. Obama sembra rifarsi al modello Carter: annuncia la distensione commerciale ma nessuna normalizzazione immediata. Dopo la rielezione del 2011, si vedrà. ******************************************************* Castro, Chiesa e massoneria L'educazione di Fidel Castro è cattolica: salesiani e gesuiti. Entra in politica con i laici del partito Ortodosso. Liberali e ortodossi finanziano la preparazione del viaggio dei rivoluzionari del Granma, dal Messico a Cuba. Nella lunga marcia sulla sierra raccoglie idee diverse. Guevara e il fratello Raul, ispirano la nazionalizzazione delle imprese straniere. L'embargo degli Stati Uniti lo aggrappa a Mosca: comincia la tentazione marxista che diventa dottrina nazionale, ateismo di stato, proibizione a chi si dichiarava credente di frequentare facoltà umanistiche. Il cardinale Ortega, oggi primate, quando era prete giovane viene internato nei campi di lavoro per aver violato chissà quale legge. Ma Castro ha sempre cercato di non rompere con la Chiesa. Monsignor De Cespedes, discendente da un padre della patria e nipote della scrittrice Alba De Cespedes, mantiene aperto il dialogo che dopo il crollo del Muro, prepara l'incontro con Giovanni Paolo II. Il viaggio a Cuba del Papa allarga un po' la libertà della Chiesa. Tornano nelle strade processioni per anni proibite. Boom di battesimi e matrimoni religiosi e una certa apertura nella concessione alle diocesi di stampanti e computer sui quali lo stato esercita controlli assoluti. Per mostrare qualche diversità, Raul allarga la concessione ad ogni cubano che ha soldi da spendere: telefonini e computer per tutti; non tutti hanno i soldi per comprarli: La distensione continua, ma le ragioni non riguardano solo la piena libertà di culto: la chiesa di Roma è un ponte con l'Europa cristiana e il Sudamerica; la chiesa ortodossa costruisce la cattedrale all'Avana appena Mosca manda la flotta nei Caraibi. Per aggirare le limitazioni dell'embargo, una volta sciolta dal dominio moscovita, la strategia di Castro è tenere aperte tutte le porte utili. Sinagoghe, moschee. Riconoscendo l'Avana come una delle capitali della massoneria, sede nel palazzo di otto piani che ospita un immenso museo massonico, in 50 anni di governo, Fidel e Raul hanno dato libertà ai massoni non perseguitandoli come succedeva in ogni altro paese socialista. Dopo l'esodo russo, logge moltiplicate. Per accogliere i nuovi fratelli, riti di iniziazioni raddoppiati. E rifiorisce l'organizzazione delle Figlie di Acacia, massoneria femminile. Cortesia dell'Unità

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