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29 Dicembre 2008 11:41

Proteste per il decreto di un teologo sull'età del matrimonio

678 visualizzazioni - 0 commenti

di Associazione Sacerdoti Lavoratori Sposati

«Una fatwa satanica». Attacca così, la stampa marocchina, l'ultima presa di posizione in tema di matrimoni da parte di un religioso. «Le bambine possono essere prese in moglie a 9 anni» scrive sul suo sito Mohamed Ben Abderahman Al Maghrawi, teologo islamico sessantenne non nuovo a iniziative radicali, «fondamentalista wahhabita» secondo Maroc Hebdo International, il principale settimanale indipendente marocchino. Una presa di posizione contro cui la maggior parte dei giornali locali e le associazioni umanitarie protestano da oltre un mese. Da quando, cioè, il controverso documento «L'età del matrimonio» è apparso sul sito del teologo-predicatore laureato a Medina. Ieri, infine, la condanna ufficiale da parte delle autorità marocchine: l'annuncio che il sito è stato oscurato e che sono state chiuse l'associazione diretta dal religioso a Marrakech e una dozzina di scuole coraniche a lui legate nel Paese. A scendere in campo contro la fatwa, è stato il Consiglio superiore degli ulema del Marocco, il solo organo religioso autorizzato a pronunciarsi. I suoi componenti, esperti in diritto e teologia, hanno bollato Maghrawi come «agitatore» e «mistificatore» e lo hanno accusato di «usare la religione per legittimare il matrimonio delle bambine». «Anche il Profeta sposò una donna di 9 anni» aveva infatti scritto Maghrawi nel suo testo online, in riferimento alla vita di Maometto che, dopo un ordine divino dell'arcangelo Gabriele, sposò le terza moglie Aisha poco più che bambina. E ancora: «È la nostra religione. Dobbiamo seguirla nelle sue fonti originarie». «È vero che Maometto sposò Aisha bambina, ma nel Corano non c'è alcun dettame sull'età per il matrimonio» chiarisce però Paolo Branca, islamista e professore di arabo all'Università Cattolica di Milano. Ancora più scioccanti, poi, le frasi del teologo quando, a sostegno della sua tesi, tenta la carta pseudo-scientifica: «La formazione del corpo di una bambina di 9 anni le permette di avere rapporti sessuali e, quindi, di assumere responsabilità matrimoniali». Una serie di affermazioni che sono entrate anche a pieno titolo nell'inchiesta giudiziaria «sulla fatwa e sulla legittimità di Maghrawi di pronunciarla» voluta dal procuratore del re al fianco dei provvedimenti degli ulema. «Il documento del teologo è un attentato al codice di famiglia — spiega infatti l'avvocato marocchino Mourad Bekkouri, primo a denunciare Maghrawi —: nel nostro Paese la legge garantisce i 18 anni come età minima per il matrimonio». Al Marocco, però, il fenomeno delle «spose bambine» — 60 milioni nel mondo, secondo un recente rapporto dell'Onu — non è sconosciuto: sono mogli, secondo il Maroc Hebdo, il 12% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni. «La questione va distinta dall'Islam — precisa comunque Ugo Fabietti, professore di Antropolgia culturale all'Università Bicocca di Milano —: le nozze precoci risalgono alle società arcaiche, per lo più a base rurale, in cui la donna è percepita come un oggetto di scambio e su cui la religione islamica si è innestata solo dopo o non è mai arrivata». Cita ad esempio l'India, il docente, dove l'allarme delle spose bambine è altissimo ma non ha nulla a che vedere con l'esempio del Profeta. In quel caso, alla base del fenomeno c'è soprattutto la dote che i genitori delle future mogli sono tenuti a pagare: tanto più bassa quanto più la sposa è giovane.

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