9 Dicembre
Licio Gelli non parla mai a caso. L’altra sera in Tv ha distribuito avvertimenti di sapore mafioso per ricordare a chi di dovere cosa sa e cosa potrebbe raccontare se qualcuno non gli riconosce qualcosa. Ricatto non facile da decifrare agli estranei dei gironi P2. Ma qualcosa si capisce: il venerabile sembra non più accontentarsi degli omaggi tipo copertina di Panorama, devozione di Berlusconi quando il venerabile ha regalato inediti di Mussolini, D’Annunzio e Verdi alla biblioteca di Pistoia, autorità in festa. I suoi misteri d’ Italia restano nascosti, eppure potrebbero rispuntare con rivelazioni fastidiose. A meno che… L’ambiguità è l’arma nella quale è davvero maestro. Comincia col spargere curiosità innocenti come la liturgia dell’affiliazione di Berlusconi. Pizzini di svagatezza mondana. Chi c’era al pranzo del nuovo fratello. < Forse Roberto Gervaso, mi pare il professor Fabrizio Grifoni Trecca >, suo medico personale, infiltrato al Corriere della Sera che ha poi colonizzato. Era il numero uno del dipartimento < comunicazioni > della loggia; oggi è protagonista di Vivere Bene, consigli ai malati, naturalmente di Canale 4. Negli anni ’70 l’editore Berlusconi figurava sua terza spalla. In un libro Gervaso racconta come ha conosciuto e avvicinato il Cavaliere a Gelli. Al quale un giorno scrive: < Caro Licio, al Corriere stanno succedendo cose gravi: l’assunzione di due radicali chic, Siciliano e Arbasino. Vedi se puoi fare una telefonata all’ amministratore delegato >. Quel Tassandin, P2. Gelli ricorda in Tv l’amicizia con Cossiga e Andreotti ( sempre smentita dal senatore ): < Grande statista: una volta mi ha chiesto di aiutarlo a fare pace con Craxi >. Parla del Cavaliere, ammirato ma anche deluso: < Se avesse completato il programma del mio Piano Rinascita il paese andrebbe meglio >. Chiede di accelerare la riforma della giustizia: magistrati sotto tutela del potere politico. Soddisfatto per il sindacato che comincia a litigare; soddisfatto dalla sinistra in crisi, vuol fermare gli extra comunitari < da chiudere in campi di concentramento >. B. ha provato a negare la sua tessera P2, è la domanda insidiosa. Il maestro sorride: hanno negato in tanti. < Come chiedere a qualcuno perché si è iscritto a un partito >. Perché fiducioso del programma che avrebbe fatto rinascere l’ Italia. A buon punto ma non ancora completato. Gelli ha 89 anni. I fratelli lo sopportano sapendo ( o non sapendo ) quali carte nasconde. Come è successo ai pinochettisti cileni diventati miliardari grazie a Pinochet, ne accompagnano il tramonto con l’angoscia che un giorno possa aprire il cassetto dei segreti. Impazienti, aspettano l’ultimo sospiro. mchierici2@libero.it Cortesia dell'Unità
9 Dicembre 2008 20:24
Penso che in Italia siano in parecchi ad essere coinvolti con Licio Gelli, a destra come a sinistra.E lui ,Gelli, li tiene in scacco.E non capisco pure, come mai ci si debba ostinare a confrontarsi con la destra su questioni importanti come la riforma della giustizia, anzichè fare una bella opposizione.Tanto, che ne pensa Berlusconi sulla giustizia è ben noto a tutti.
Lorenzo